No secco degli ebrei tunisini a lasciare il Paese e trasferirsi in Israele
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – "Israele, no grazie": la comunità degli ebrei tunisini ha risposto di no all'invito di Israele a fuggire dal Paese della rivoluzione dei gelsomini. Il governo israeliano ha varato il 27 marzo un pacchetto di fondi per aiutare gli ebrei tunisini a trasferirsi in Israele, motivando questa mossa con “il peggioramento dell’attitudine delle autorità e della società tunisine verso la comunità ebraiche, così come per la difficile situazione economica venutasi a creare nel Paese in seguito alla rivoluzione”.
L’iniziativa ha provocato una risposta immediata dal ministero degli esteri tunisino, che ha condannata “l’interferenza” del governo israeliano negli affari interni del Paese. Il ministero ha espresso “grande rammarico” per quella che ha definito “un invito malizioso a cittadini tunisini a immigrare in Israele, un tentativo di danneggiare l’immagine della Tunisia dopo la rivoluzione”. E aggiungeva: “La Tunisia è offesa dalla dichiarazione”, che viene da un Paese “che nega il diritto dei rifugiati palestinesi a tornare a casa”.
E il leader della comunità ebraica in Tunisia ha criticato il governo israeliano per la sua offerta, affermando che “nessun ebreo lascerà il Paese”. Michael Jankowitz portavoce della Jewish Agency, un ente quasi governativo ha dichiarato che finora circa 16 ebrei hanno lasciato la Tunisia per Israele dallo scoppio della rivoluzione.
Perez Trabalsi, presidente della comunità ebraica di Djerba ha dichiarato: “I responsabili israeliani hanno ricevuto false informazioni sulla nostra situazione. Siamo tunisini prima di tutto, e non abbiamo problemi. Viviamo come tutti gli altri, e nessun ebreo lascerà il Paese”. La comunità ebraica in Tunisa è una delle più grandi nel mondo arabo, contando circa 1500 unità. Erano circa 100mila nel 1956, quando la Tunisia divenne indipendente dalla Francia. La maggior parte di loro emigrò in Francia e in Israele.