No ai partiti islamici: Dhaka approva la sentenza della Corte suprema
di William Gomes
Il Ministro della giustizia anticipa che la decisione verrà confermata in appello. Protesta l’ala fondamentalista del Paese. Leader islamico: è una cospirazione. E annuncia “un movimento di massa” per reintrodurre la norma.
Dhaka (Asia News) – La Corte d’appello confermerà il verdetto della Corte suprema: in Bangladesh non saranno ammessi partiti politici che fanno riferimento alla religione. È quanto ha affermato Shafique Ahmed, Ministro della giustizia, che ribadisce l’annullamento – fra le proteste dell’ala fondamentalista – del Quinto emendamento della Costituzione, che aveva consentito la nascita di movimenti filo-islamici.
Il Ministro precisa che la decisione del tribunale “obbligherà i partiti religiosi” del Bangladesh a “rimuovere il riferimento alla religione dal loro nome”. Ad oggi vi sono almeno una dozzina di movimenti che si rifanno all’islam. Tra questi vi è anche il Jamaat-e-Islami Bangladesh, uno dei più importanti alleati del Bangladesh Nationalist Party (Bnp), partito leader dell’opposizione.
Intanto continua la protesta dei diversi schieramenti islamici, contrari alla sentenza dei giudici. Le parole del Ministro hanno gettato benzina sul fuoco, rafforzando le manifestazioni della frangia fondamentalista. Amir Mufti Syed Rezaul Karim, capo dell’Islami Andalon Bangladesh (Iab), bolla la decisione come “chiara cospirazione contro l’islam” e promette “un movimento di massa” per reintrodurre l’emendamento.
Nel 2009 la polizia e le forze speciali di sicurezza hanno arrestato 600mila persone. Fra questi vi sono 518 terroristi o affiliati a movimenti estremisti, alcuni dei quali hanno stretti legami con i partiti islamici presenti in Parlamento. I terroristi progettavano attacchi all’ambasciata statunitense, alle chiese e in punti sensibili della vicina India.
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