New Delhi combatte contro il crimine "mostruoso" dell'aborto di feti femminili
In vista dell'8 marzo la governatrice di New Delhi lancia una campagna contro l'aborto selettivo. Attivisti avvertono: da anni esistono leggi contro questa pratica, ma nessuno è mai stato condannato.
New Delhi (AsiaNews/Icns) L'amministrazione di New Delhi ha lanciato una campagna per combattere la pratica dell'aborto femminile tra i suoi abitanti, che come in molti altri Stati dell'India preferiscono figli maschi alle femmine. In vista della Giornata internazionale della donna, il prossimo 8 marzo, la governatrice di Delhi, Sheila Dikshit, ha dichiarato che le cifre sugli aborti di feti femminili è "diventata allarmante": a Delhi nascono 814 bambine ogni mille maschi.
Secondo il censimento del 2001, il rapporto maschio/femmina a Delhi tra bambini da 0 a 6 anni è di 865 su 1000, mentre la media nazionale è di 927. Se il declino continua - avvertono gli esperti - nel prossimo censimento il numero di nascite femminili a Delhi potrebbe scendere ben al disotto di 800. Il Fondo Onu per la popolazione fissa a 950:1000 il normale rapporto della natalità maschio/femmina.
Dikshit ha detto che il suo governo è determinato a monitorare la pratica degli aborti selettivi. La governatrice riconosce poi che il fenomeno ha assunto "proporzioni mostruose nella maggior parte degli Stati indiani del nord" e che "non è solo una macchia per una società civile, ma anche un crimine".
Secondo la Indian Medical Association (Ima) la causa principale di aborti così numerosi è la preferenza culturale per il figlio maschio. Studi suggeriscono inoltre che la pratica è più diffusa tra le persone istruite nelle aree urbane. Nella cultura indiana, un maschio è preferito perché trasmette il nome, diventa fonte di guadagno e può occuparsi dei genitori quando invecchiano, mentre la femmina è destinata a lasciare la famiglia e inoltre costa, per la dote che deve ricevere al momento delle nozze.
Secondo attivisti indiani le cifre sono ancora più allarmanti perché "mostrano che le bambine vengono uccise prime di nascere nonostante il divieto di praticare aborti selettivi". In India dal 1994 è illegale determinare il sesso del feto e abortire sulle base di questo. Dal 2003 è in vigore il emendamento della Legge sulle tecniche di diagnosi prenatale. Nonostante ciò finora nessuno è stato mai condannato. "La mancanza totale di condanne sottolinea Sabu Gorge, un attivista locale mostra come a questo crimine non si stia dando l'attenzione necessaria".
Sheila Dikshit ha posto l'aborto tra i "maggiori mali sociali". "Applicare la legge non è abbastanza sottolinea bisogna cambiare la mentalità delle persone e lavorare per lo sviluppo delle donne".