Nessun segno di miglioramento per la vita della Chiesa vietnamita
di Joseph Dang
Continua l’azione delle autorità contro istituzioni e fedeli. Fermato e minacciato il vescovo di Kontum. Istruzioni ai “cattolici patriottici” per una campagna di “buoni cittadini” da organizzare in vista del Natale. Per la prima volta l’episcopato non ha incontrato il premier.
Hanoi (AsiaNews) - Non accenna a migliorare la situazione della Chiesa cattolica in Vietnam, sei mesi dopo le dimissioni dell’arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngo Kiet, che hanno tolto di mezzo colui che il governo dichiarava essere l’ostacolo alla normalizzazione dei rapporti, anche col Vaticano.
Anzi, dopo la vicenda di Con Dau e la condanna di sei cattolici, appare in crescita l’azione delle autorità che hanno arrestato il difensore degli imputati e hanno vietato a un vescovo di dire messa nella sua diocesi. In questo contesto si inserisce la mobilitazione dei governativi “cattolici patriottici”. Ufficialmente chiamati “Comitato vietnamita per la solidarietà dei cattolici”, il gruppo è l’ultima edizione di quel “Comitato di collegamento dei cattolici patriottici e amanti della pace”, creato - con risultati fallimentari - dal Partito comunista nel 1955 allo scopo di dar vita a una Chiesa patriottica sul modello cinese.
Sostenuto comunque in vita dal governo, il Comitato - come esso stesso rivela sul suo sito - ha visto un intervento del vice primo ministro Nguyen Thien Nhan che ha sollecitato sacerdoti e laici che fanno parte del gruppo a “eliminare i contrasti nei rapporti tra Stato e Chiesa” e “organizzare una ‘campagna buoni cittadini’ tra i cattolici, soprattutto in occasione del prossimo periodo natalizio.
La frase “un buon cattolico è un buon cittadino” è presa dal discorso di Benedetto XVI ai vescovi vietnamiti del 27 giugno 2009, in occasione della loro visita “ad limina”. Tolta dal suo contesto, essa è intesa e usata dai media di Stato per pretendere dai cattolici completa e incondizionata sottomissione alle autorità civili.
“Nella prospettiva del governo – spiega padre Joseph Nguyen, di Hanoi – buoni cittadini sono coloro che seguono ciecamente le sue istruzioni, senza curarsi se sono buone o cattive, giuste o ingiuste; chi è disposto a uccidere i suoi figli ancora non nati per conformarsi alle politiche restrittive sulla popolazione; che è pronto a donare al Partito le proprie chiese e i loro terreni. Nessun cristiano può chiedere ad altri di fare questo. Nessuno, e meno ancora un sacerdote”.
Sembra, anzi, che in occasione della recente assemblea dell’episcopato vietnamita (4-8 ottobre), ci siano state pressioni da parte del Partito perché nel documento conclusivo dell’incontro fosse inclusa anche la frase. Ma i vescovi si sono rifiutati. Il che potrebbe spiegare perché questa volta è stata interrotta la tradizione per la quale, fin dal 1975, alla fine di ogni assemblea della Conferenza episcopale i vescovi si recavano a Hanoi per incontrare il Primo ministro.
Nham, che è membro del Politburo del Comitato centrale del Partito comunista, ha anche detto ai “patriottici” che il premier, Nguyen Minh Triet, vorrebbe incontrare rappresentanti cattolici per discutere “materie di comune interesse”. Il coinvolgimento di Triet evidenzia il fatto che i rapporti tra Chiesa e Stato sono in tensione, in seguito a una serie di dispute su terreni, che hanno portato a vere persecuzioni a Tam Toa (Quang Binh), Dong Chiem (Hanoi) e Con Dau (Da Nang).
L’episodio più recente è raccontato dal vescovo di Kontum, Michael Hoang Duc Oanh, in un lettera pastorale datata 21 novembre. Egli riferisce che un gruppo della sicurezza lo ha tenuto “in custodia” per ore, per ostacolare la sua visita pastorale a Son Lang. Il vescovo aggiunge che il 7 novembre, quando è andato a celebrare messa nelle case di alcuni villaggi della zona rurale di Kon Chro, tutti i proprietari delle case sono stati successivamente arrestati e sottoposti a lunghi interrogatori. In un caso, egli stesso è stato minacciato da esponenti comunisti di fronte ai suoi parrocchiani. “Se continua a venire a celebrare messa per questa gente, sarà arrestato e messo in prigione”.
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