Nepal: sconfessati i maoisti, riprende l'invio di aiuti Usa
Washington ha confermato lo stanziamento di 45 milioni di dollari per aiutare la ripresa economica e sanitaria del Nepal, sconvolto dalla guerriglia. I maoisti escono dai dialoghi con il governo, che accusano di collaborazionismo con una potenza estera.
Kathmandu (AsiaNews) Gli Stati Uniti hanno firmato ieri un documento con il governo ad interim del Nepal che prevede l'invio di aiuti umanitari pari a 45 milioni di dollari nel corso del 2006 per aiutare il processo di pace e migliorare le condizioni della popolazione, vessata da anni di guerriglia. L'accordo ha provocato la reazione sdegnata dei ribelli maoisti, che hanno dichiarato di "non volersi piegare ad una nuova monarchia".
La firma di ieri segue un periodo di tensione internazionale, provocata dall'annuncio avvenuto ad inizio agosto da parte di Kathmandu di voler accettare rappresentanti ribelli nel nuovo governo. In risposta, Washington ha minacciato la totale sospensione degli aiuti. James F. Moriarty, inviato Usa in Nepal, ha affermato nei giorni scorsi che il suo governo considera i maoisti "una fazione composta da terroristi" ed ha ricordato che "Washington non può in alcun modo tollerare questa presenza in un governo legale".
L'invio è ripreso grazie alla decisione presa dal primo ministro Girja Prasad Koirala, che ha definito la guerriglia "una forza ribelle, non politica" ed ha annunciato la loro partecipazione al processo politico nazionale "solo in caso di disarmo totale e di rinuncia all'ideologia della violenza".
Gli Stati Uniti hanno annunciato dunque un primo stanziamento di 32,8 milioni di dollari al Nepal, "per aiutare lo sviluppo di progetti che porteranno il benessere alla popolazione". Di questi, secondo il piano presentato, dieci milioni serviranno "a smussare gli effetti evidenti del conflitto ed aiutare il processo di pace", mentre sei milioni "rafforzeranno il governo ed i programmi di protezione dei diritti umani. Altri sei milioni sono destinati allo sviluppo igienico sanitario, mentre gli ultimi nove saranno investiti in progetti di pianificazione socio-familiare.
L'accordo è stato firmato ieri dal segretario del ministero nepalese delle Finanze, Madhav Prasad Ghimire, e dall'inviato Usa Moriarty. Il primo invio non conclude l'aiuto americano, che prevede altri 12 milioni prima della fine del 2006.
Alcuni analisti, tuttavia, temono l'aiuto di Washington: secondo l'osservatore politico Badri Choudhary, la crescente vicinanza fra Usa e Nepal non farà altro che aumentare lo scetticismo dei maoisti e provocare nuovi scontri interni.
Parchanda, capo della guerriglia, ha infatti più volte accusato il primo ministro di "sottostare alla dittatura americana" ed ha annunciato che "i maoisti non si faranno complici di tale piano, che non prevede una vera democrazia interna ma cerca solo di restaurare una monarchia, seppure con un altro nome".