Nepal: la gente festeggia nelle piazze, i maoisti rifiutano l'accordo fra il re e le opposizioni
Migliaia di persone si sono riversate per le strade a festeggiare il ritorno del potere al parlamento. I ribelli maoisti denunciano però l'accordo fra il re e le opposizizioni e dichiarano che continueranno scioperi e manifestazioni.
Kathmandu (AsiaNews) Migliaia di persone, che negli ultimi 20 giorni avevano affollato le strade per protestare contro il re, "sono scese di nuovo in piazza, non per opporsi alla monarchia ma per festeggiare la vittoria della democrazia". Lo racconta ad AsiaNews Meena Ghimire, una attivista per i diritti umani. I festeggiamenti seguono il discorso che re Gyanendra ha tenuto il 24 aprile nel quale ha dichiarato di voler restituire i poteri al parlamento nepalese.
Meena aggiunge che lo sciopero ha danneggiato in modo grave la povera economia di milioni di lavoratori che si guadagnano da vivere giorno per giorno. "Ma ora il peggio è passato. Ci aspettiamo che l'economia torni presto alla normalità, e questa per molti è un'importante ragione per festeggiare".
Ramashankar Gupta, commerciante di dolci vicino all'affollato tempio indù di Pashupatinath, a Kathamandu, ringrazia il re e i partiti politici per la riconciliazione e spera che "si possano riaprire i negozi il prima possibile".
Due dei capi dei ribelli maoisti rifiutano però l'accordo. "Si tratta di una cospirazione per perpetuare la monarchia", dichiarano Prachanda e Baburam Bhatarai. "I partiti di opposizione si piegano con avidità alle offerte del re per accalappiarsi privilegi e posizioni di potere. Questo significa tradire il movimento del popolo che vuole l'instaurazione di una repubblica del Nepal". I maoisti dichiarano inoltre che continueranno ad oltranza lo sciopero e le proteste pacifiche che sono cominciate il 6 aprile.
"Questo fatto minaccia l'accordo per la pace e la democrazia, proposto dal re alle opposizioni", dichiara Sushil Sashank, un analista politico. "Le loro reazioni potrebbero derivare dal fatto che credono che se i partiti politici non avessero accettato così in fretta la proposta del re, avrebbero potuto ottenere molto di più. Ma se continueranno nella loro ostinazione alla fine saranno perdenti. Credo al contrario che dovrebbero supportare i sette partiti d'opposizione per facilitare il ritorno alla pace, e cercare di cambiare la costituzione del 1990 attraverso l'istituzione di un rinato parlamento. I maoisti non dovrebbero dimenticare che anche re Gyanendra, nonostante il suo potere militare, non è riuscito a sopprimere l'aspirazioni dei nepalesi per la democrazia. I maoisti non possono permettersi di andare contro il desiderio di pace e non violenza del popolo".