Nepal: ancora forte la discriminazione dei fuori casta
Sebbene vietato dalla legge, in alcune zone del Paese i dalit ancora non possono mangiare al ristorante se non si portano i piatti da casa. Membri delle classi elevate giustificano: "Non possiamo opporci, è la nostra tradizione".
Birganj (AsiaNews) Anche dopo la storica risoluzione parlamentare che a maggio ha sancito il passaggio del Nepal da Regno indù a Stato secolare permangono forti discriminazioni verso i fuori casta. In un distretto orientale del Paese i dalit non possono entrare in ristoranti e hotel senza portare con sé propri piatti, bicchieri e posate; i gestori, per accontentare i clienti della caste alte, impediscono loro di mangiare con le stesse stoviglie degli altri avventori. La denuncia arriva da alcuni intoccabili, ma è confermata anche da membri delle caste superori.
Bhagwat Ram, del distretto di Udaypur, racconta ad AsiaNews: "Noi dalit dobbiamo avere sempre una tazza, un bicchiere e un piatto se vogliamo mangiare in un ristorante, non è sufficiente avere soldi". E la discriminazione, legalmente vietata, avviene non solo nelle campagne, ma anche in grandi centri abitati come Gaighat ed è sotto gli occhi di tutti. "Le caste alte aggiunge Bhagwat ci trattano come cani, prendendosi gioco della decisione del parlamento di abolire la 'intoccabillità'".
Naresh koiri, indù di casta superiore, spiega che spesso molti dei membri della sua stessa classe sociale sono contrari alla discriminazione dei dalit, ma non possono opporvisi in pubblico, senza rischiare la condanna della comunità. Upendra Sahu, gestore di un ristorante a Udaypur, confessa di esigere che nel suo locale i dalit mangino nei propri piatti portati da casa: "È la nostra tradizione e non possiamo non rispettarla, pena anche la perdita di clienti delle caste più elevate".
Ad ogni modo i dalit non sembrano volersi rassegnare a questa condizione subalterna soprattutto avendo la legge dalla loro parte. Jaleshwar Mallik, presidente del Comitato per lo sviluppo dei dalit, annuncia infatti la formazione di una campagna nazionale pacifica per combattere "ad ogni costo questo stigma sociale".