Nepal: acqua putrida, scabbia e sporcizia rovinano la festa del dio Shiva
Kathmandu (AsiaNews) - La crisi economica del Nepal colpisce il tempio di Pashupatinath che quest'anno non è riuscito a sostenere le spese del Mahashivaratri, la festa in onore del dio Shiva. Per risparmiare le autorità hanno riempito le fontane con l'acqua inquinata del fiume, dove vengono gettate le ceneri dei defunti e i liquami del complesso religioso, causando numerosi casi di scabbia. Ciò ha scatenato l'ira di molti fedeli e dei tradizionali guru indiani che per protesta hanno disertato in massa la manifestazione.
Ogni anno milioni di persone dal Nepal e dall'India partecipano al Mahashivaratri. Secondo il calendario indù, la festa si celebra nella notte che precede il giorno di luna nuova tra febbraio e marzo. Essa è considerata la notte spirituale del dio Shiva, considerato il primo guru yoga della tradizione indù. Gli adoratori della divinità digiunano per l'intero giorno e vegliano durante la notte, con ferventi meditazioni, balli, canti religiosi, abluzioni e offerte di cibo al dio.
Il tempio di Pashupatinath è considerato uno dei più antichi luoghi dedicati al dio Shiva ed è inserito nei patrimoni tutelati dall'Unesco. Narottam Baidhya, tesoriere del tempio spiega che da diversi anni i fondi del governo e delle organizzazioni internazionali non bastano più a gestire il complesso, meta di continui pellegrinaggi da tutta l'Asia. "Facciamo del nostro meglio per mantenere puliti gli ambienti e l'acqua per le abluzioni - afferma - ma la quantità di fedeli e gli animali rendono difficile questo lavoro".
I continui tagli sulla qualità degli alloggi, del cibo e sulla pulizia del tempio, hanno spinto i guru indiani da secoli ospiti d'onore della festa, a disertare le celebrazioni. Secondo le autorità del tempio, quest'anno ha partecipato all'evento meno della metà dei santoni.
Nangababa, guru indiano, afferma che da anni "sconsigliamo agli altri saggi e ai fedeli di visitare Pashupati". "Il governo laico non ci rispetta e mettendo l'acqua putrida nelle fonti non rispetta nemmeno il dio Shiva".
Dai tempi della monarchia indù, i saggi indiani guidano i fedeli nella meditazione e lo Stato nepalese ha sempre pagato loro le spese di viaggio, il vitto e l'alloggio. Tuttavia con la proclamazione dello Stato laico nel 2006 e la salita al potere dei maoisti, le autorità hanno iniziato a diminuire i fondi destinati ai saggi, troppo onerosi per un Paese in forte crisi economica. In pochi anni essi sono passati dallo status di semidivinità a fenomeni di folklore per i turisti. Sebbene godano ancora di molto rispetto fra i leader indù, le nuove generazioni si rivolgono ai santoni indiani solo per avere hashish e marijuana. Secondo diversi politici la loro presenza è dannosa per i giovani che rischiano di diventare dipendenti dalle droghe.