31/07/2007, 00.00
NEPAL
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Nepal in ginocchio per le alluvioni, decine di vittime

di Kalpit Parajuli
Intere zone del Paese prive di acqua potabile ed elettricità; interventi resi difficoltosi dalla mancanza di collegamenti aerei o terrestri. E le previsioni meteo non fanno ben sperare per i prossimi giorni. Fra le possibili cause della tragedia gli sbarramenti lungo il confine indiano che hanno impedito il deflusso delle acque

Kathmandu (AsiaNews) – Il Nepal è un Paese in ginocchio, martoriato dalle piogge torrenziali e dal fango che hanno causato decine di vittime, distrutto interi quartieri e sconvolto appezzamenti agricoli: sono circa 40 le vittime delle inondazioni e delle frane, ma il numero potrebbe presto aumentare perché oltre un terzo della popolazione (42 distretti su un totale di 75 in cui è diviso il Paese) è a rischio per mancanza di cibo.

Migliaia di persone sono senza un tetto, le abitazioni sono distrutte dagli smottamenti o allagate dalle acque e la situazione è in continuo peggioramento: nelle zone più colpite – su tutte la regione del Terai, a sud del Paese – sono state interrotte le comunicazione aeree e terrestri, mancano energia elettrica e acqua potabile, scuole e uffici sono chiusi e la gran parte del raccolto – l’area è una delle più fertili e produttive – è andata perduta. Nella Bardia, distretto nel centro-ovest, di oltre 30 mila persone non si sa nulla: le piogge hanno infatti distrutto anche tutti i trasmettitori interrompendo le comunicazioni.

Da più di una settimana violenti acquazzoni stanno flagellando il Paese e la situazione non sembra destinata a migliorare nelle prossime ore: l’ufficio nazionale delle previsioni meteo annuncia che le piogge continueranno a cadere anche nei prossimi giorni. Nel distretto occidentale del Banke 4 persone sono morte in seguito al morso di serpenti, in fuga dalle tane ormai allagate dall’acqua. A Dang, città nel distretto di Terai, sono stati rinvenuti i cadaveri di altre 4 persone morte per annegamento, mentre la polizia è riuscita per miracolo a trarre in salvo un pullman con oltre 100 persone a bordo, evitando solo all’ultimo una ulteriore tragedia.

Altro fattore di mortalità sono le epidemie di diarrea, che hanno causato il decesso di 7 persone, ma il numero potrebbe crescere nelle prossime ore a causa dell’inquinamento delle falde acquifere, mentre gli abitanti delle zone nei pressi della frontiera con l’India cercano la salvezza oltre confine.

A fronte di una realtà drammatica il parlamento ad interim che guida il Paese sino alle prossime elezioni ha deciso di devolvere 5 giorni del proprio stipendio a favore delle vittime e dei familiari per gli interventi di primissima necessità.

Intanto si cominciano ad analizzare le cause della tragedia e le alluvioni degli ultimi giorni non ne sono l’unica causa: da più parti si punta l’indice contro l’India, colpevole di aver costruito numerosi sbarramenti lungo il confine. Questi blocchi hanno impedito il regolare deflusso delle acque, che si sono accumulate, creando veri e propri muri che hanno poi ricoperto il territorio circostante.

 

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