Nepal, inviato Onu: nella campagne, maoisti ostacolano il lavoro di governo e Ong
I ribelli si dicono pronti a concreti colloqui con il governo, ma nei villaggi rurali cresce l'influenza della guerriglia, che estorce soldi alle Ong e impedisce la presenza di rappresentanti del potere centrale.
Kathmandu (AsiaNews) I ribelli maoisti in Nepal si dicono pronti a "concreti" colloqui di pace con il governo, ma la situazione nelle zone rurali sembra contraddire le speranze in un effettivo spazio di dialogo tra guerriglia e potere centrale. L'inviato Onu nel Paese, Mathew Kahane, denuncia la sempre più flebile presenza dello Stato nelle campagne, dove cresce l'autorità dei maoisti, che ostacolano le attività governative e quelle delle Ong.
Ieri, dopo un incontro con il primo ministro ad interim Girija Prasad Koirala, i ribelli hanno parlato di un alleviamento dei sospetti reciproci. Le due parti hanno aggiunto che potrebbero tenere un round di colloqui prima dell'inizio del Dashain (23 settembre), principale festa religiosa indù in Nepal.
Le dichiarazioni di Kahane evidenziano, invece, ancora una profonda distanza tra governo e ribelli. Il funzionario Onu - anche Coordinatore umanitario Onu - denuncia che sulle colline e nelle foreste del Paese la guerriglia si fa più organizzata e ostacola le iniziative del potere centrale. "La presenza dello Stato dice è molto limitata: prima (durante la lotta armata) il governo era assente, ma ora (dopo la firma a maggio del cessate-il-fuoco) sta affondando". Dopo i colloqui avuti con leader maoisti, Kahane riferisce che i guerriglieri "sono favorevoli ad attività di Nazioni Unite e altri donatori, ma non del governo". Le parole dell'inviato Onu confermano le recenti notizie sull'esistenza di una sorta di governi paralleli, retti dai maoisti nella maggior parte delle zone rurali.
Kahane ha aggiunto che le autorità hanno fallito nel promuovere il ritorno dei vari rappresentanti statali nei villaggi. Questi ultimi, cacciati dai maoisti, ora rifiutano di riprendere il loro incarico per "mancanza di sicurezza". La conseguenza più grave degli impedimenti alle iniziative governative, sottolinea l'inviato Onu, è che Kathmandu non ha potuto spendere gli oltre 58 milioni di dollari delle sovvenzioni annuali destinate ai quattromila Comitati locali di villaggio, presenti nel Paese.
Un operatore sociale, intervistato da AsiaNews in forma anonima, aggiunge che "con minacce e intimidazioni i maoisti costringono le Ong impegnate in Nepal a donare dal 30% al 50% dei loro fondi al governo del Popolo". "Le estorsioni dei ribelli conclude mettono in serio pericolo l'impegno delle Organizzazioni non governative nella lotta alla povertà nel Paese".
La rivolta maoista per l'abolizione della monarchia e l'instaurazione di un regime comunista in Nepal è iniziata nel 1996. Finora il bilancio è di almeno 12.500 morti.
12/07/2006
02/09/2020 13:57