Nepal, i partiti laici contro la visita "religiosa" di re Gyanendra
Kathmandu (AsiaNews) - Partiti laici e sostenitori della monarchia indù si scontrano sulla visita politica mascherata da pellegrinaggio religioso che l'ex Gyanendra Sha ha iniziato ieri nei distretti di Kanski, Myagdi e Parbat nella Western Region. I funzionari dei partiti maoista e del Congress Party e di altre formazioni laiche temono un colpo di mano da parte dei sostenitori dell'ex monarca deposto nel 2007, fra cui spiccano i partiti estremisti indù del Rastriya Janashakti Party (RJP) and Rastriya Prajatantra Party (RPP). Il re avrebbe un'agenda parallela per cercare consensi nella regione occidentale, fra le più povere del Paese e dove nei mesi scorsi sono avvenuti varie manifestazioni per il ritorno della monarchia. Fonti locali raccontano che in questi giorni intere città e villaggi sono stati addobbati a festa per festeggiare l'arrivo di Gyanendra.
Il grande consenso popolare del re preoccupa le formazioni politiche laiche salite al governo nel 2008, dopo la deposizione della monarchia. Il governatore maoista del distretto di Parbat ha annunciato che bloccherà la visita dell'ex monarca a cui non saranno permessi discorsi in pubblico. Anche le autorità di Myagdi hanno aderito al boicottaggio. Oggi, anche il Baburam Bhattarai, primo Ministro maoista ha avvertito l'ex monarca sul non tenere comizi pubblici, accusandolo di sfruttare il clima di instabilità per confondere i nepalesi, che fra pochi mesi dovranno scegliere una nuova assemblea costituente. Dilendra Prasad Badu, portavoce del Congress Party, partito conservatore, afferma che "le autorità non possono tollerare una visita religiosa con il protesto di creare un partito monarchico da candidare alle elezioni".
Diversi analisti fanno notare la crescita dell'estremismo indù e la nascita di nuove alleanze politiche fra i partiti che durante la guerra civile hanno combattuto al fianco della monarchia e che in seguito sono stati esclusi dalla formazione del nuovo Stato democratico. L'Rpp-N trae forza dall'attuale clima di sfiducia nei confronti dei partiti dell'Assemblea costituente, divisi fra loro, che non sono riusciti a trovare un accordo per la scrittura della nuova costituzione. Il più colpito è il Partito maoista considerato il principale responsabile della situazione attuale. Fra il 2009 e il 2011 il partito degli ex guerriglieri ha organizzato vari scioperi di massa che hanno messo in ginocchio l'economia.