Nepal, fallisce l'Assemblea costituente, maoisti accusati di colpo di Stato
Kathmandu (AsiaNews) - Il Nepal non avrà una Costituzione. L'Assemblea costituente non riuscita a consegnare il documento entro il 27 maggio, data stabilita sei mesi fa in accordo con l'Onu. Alla base del fallimento vi sono le frizioni fra partiti politici sull'utilizzo del federalismo come modello di Stato e i criteri per concedere regioni autonome alle minoranze etniche. Secondo gli esperti il Paese rischia di piombare in una pericolosa crisi istituzionale, di cui non si possono prevedere le conseguenze. Esercito e polizia sono stati allertati per prevenire manifestazioni violente. Ieri, i cattolici hanno organizzato alla St. Xavier High School di Lalitpur (Kathamandu) una veglia di preghiera per la costituzione, l'armonia e la pace nel Paese.
Subito dopo la scadenza del termine per la consegna della costituzione, il Primo ministro Baburan Bhattarai ha annunciato la data per le nuove elezioni dell'Assemblea costituente, che si terranno il prossimo 22 novembre. La scelta è stata comunicata senza consultare gli altri partiti della coalizione di governo. Essi accusano i maoisti di voler tentare un "colpo di Stato" silenzioso con il benestare delle istituzioni.
Ram Chandra Poudel, leader del Congress Party, principale partito conservatore del Paese, sottolinea che la "proposta dei maoisti è contro la costituzione provvisoria" e sono necessarie altre soluzione che consentano al Paese di uscire dalla crisi nel breve periodo. Dello stesso parere sono i comunisti leninisti e gli altri partiti della coalizione, che attendono una dichiarazione ufficiale del presidente Ram Baran Yadav. Secondo fonti della presidenza, il capo di Stato starebbe consultando alcuni esperti legali, prima di pronunciarsi a favore della proposta dei maoisti.
L'attuale assemblea costituente dominata dal partito maoista è stata eletta nel 2008, due anni dopo la fine della guerra civile fra maoisti e monarchia indù. Il suo mandato sarebbe dovuto scadere nel 2010, ma è stato rimandato quattro volte a causa dei dissidi interni al parlamento, prima sul disarmo dei guerriglieri maoisti e ora sul tipo di ordinamento di Stato. Vari gruppi stanno protestando ed esercitando pressioni a favore o contro il federalismo: anche i partiti politici sono divisi sul modello e il numero degli Stati federali.
In Nepal vi sono 103 caste e 60 gruppi etnici. Da diversi mesi le minoranze tribali bloccano il Paese con scioperi e manifestazioni per fare pressioni sull'Assemblea costituente perché tuteli i loro diritti e promuovere il sistema federale. Tali proteste hanno creato forti tensioni fra la maggioranza indù e le minoranze etniche e religiose, con centinaia di feriti e arresti, soprattutto nel Far Western Region e nel Terai (Nepal meridionale), dove risiedono i gruppi etnici e tribali più numerosi, ma anche più poveri.
Il Congress Party, principale partito di opposizione, accusa i maoisti di aver fomentato le proteste per il timore di perdere il potere, ottenuto vincendo le elezioni per l'Assemblea costituente nel 2008. Il sostegno segreto dei quadri maoisti a ogni gruppo etnico avrebbe spinto le minoranze a pretendere uno Stato federale secondo le etnie. La confusione sul sistema federale è tale che in alcuni gruppi, le tribù sono entrate in conflitto tra loro, pretendendo la partizione di regioni autonome, come ad esempio la Far Western Region, già costituite in base alle etnie.