Nepal, dopo le elezioni ancora poche speranze per la pace
Ieri sera violento scontro tra maoisti ed esercito: fonti locali, non confermate, parlano di 35 morti tra i soldati. Paura e panico tra la popolazione, che non esce di casa.
Kathmandu (AsiaNews) Ancora alta la tensione in Nepal dopo le controverse elezioni municipali dello scorso 8 febbraio, boicottate dai partiti d'opposizione e maoisti. Questi nelle ultime 24 ore hanno continuato i loro attacchi alla forze governative: ieri sera nel distretto meridionale di Nawalprasi, quello ad un convoglio dell'esercito ha ucciso decine di soldati. Un testimone oculare, ha raccontato ad AsiaNews che i rinforzi arrivati stamattina parlavano di almeno 35 vittime. Ma la cifra non è ancora stata confermata.
In un altro scontro, ieri notte, l'esercito reale ha ucciso due maoisti vicino a Pokhara.
Intanto, a due giorni dall'interruzione della sciopero generale indetto da ribelli e partiti dell'opposizione, nel Paese prevale un clima di paura. Sebbene Ramlekbal Choudhary, attivista locale per i diritti umani, ritiene che i maoisti hanno cancellato lo sciopero per conquistarsi il favore della gente, in pochi escono di casa e i bambini non tornano a scuola. Anche il traffico lungo le principali vie di comunicazioni rimane limitato. P. Thomas Thalachira, un sacerdote cattolico direttore della Scuola Little Flower nell'est, racconta che "oggi gli studenti a scuola erano molto pochi: i genitori sono spaventati e preferiscono non farli uscire".
Il Nepal è scosso dalla violenza da quando, nel 1996, è scoppiata la guerriglia maoista che ha già fatto circa 13 mila morti. Al palazzo reale si assicura che le elezioni municipali sono il primo passo verso il ripristino della democrazia nel regno, con la promessa di convocare una consultazione politica nell'aprile 2007. Dal febbraio dell'anno scorso, il re Gyanendra ha preso i pieni poteri, dopo aver sciolto il parlamento.
