Nelle elezioni di Goa sconfitto il nazionalista Bjp
New Delhi (AsiaNews) – Sconfitta nello Stato di Goa per l’ex partito di governo, il nazionalista indù Bharatiya Janata (Bjp), che nelle elezioni del 2 giugno ottiene solo 14 dei 40 seggi. La coalizione tra il Partito del Congresso e il Partito nazionalista del Congresso ha ottenuto 19 seggi, ma per governare sarà decisivo l’appoggio dei piccoli partiti che hanno avuto uno o due seggi.
Churchill Alemao, ex capo ministro e ora leader del partito Fronte per salvare Goa, eletto nel prestigioso collegio di Navelim, commenta che “nessun partito potrà formare un governo senza il mio sostegno”. Nessun seggio, invece, per il partito Janata Dal, guidato dall’ex premier H.D. Deve Gowda, che sperava nei voti dei migranti, specie di etnia Kannadiga.
Ma la situazione è fluida: il candidato indipendente Vishwajit Rane ha già annunciato che sosterrà il partito del Congresso.
Nel piccolo Stato (appena 1,35 milioni di abitanti) il nord è una roccaforte del nazionalista indù Bjp, mentre nel meridione domina il Partito del Congresso e la popolazione è in maggioranza cristiana. Per cui il Bjp, per la prima volta, ha presentato nel sud candidati cattolici, sperando di sottrarre voti agli altri partiti.
La campagna elettorale è stata accesa. Sonia Gandhi, presidente del Partito del Congresso, ha visitato Goa due volte e per il Bjp la campagna è stata aperta dal leader nazionale L.K. Advani.
Il prof. Olivinho Gomes, già decano all’università di Goa, commenta ad AsiaNews che il nuovo governo dovrà anzitutto affrontare “i bisogni primari dell’uomo comune, quali una fornitura regolare di energia, l’acqua e le strade”. “La crescita dell’India rischia di creare un gran divario sociale”. “Nell’intera Nazione esplodono con violenza i problemi sociali e… la popolazione meno abbiente fa frequenti proteste, come nel Nandigram e di recente nel Rajasthan. Occorre che siano soddisfatte le necessità essenziali di milioni di persone, piuttosto che di gruppi privilegiati che guidano l’esplosiva crescita economica”.
Nella ex colonia portoghese ci sono stati ben 15 governi diversi negli ultimi 17 anni.