Nella cattedrale più grande dell'Asia, il 60esimo anniversario dell'atomica su Nagasaki
Nagasaki (AsiaNews/Agenzie) Nella cattedrale di Urakami, periferia di Nagasaki, le funzioni per il 60esimo anniversario del bombardamento atomico sulla seconda città giapponese sono iniziate oggi all'alba. Una messa speciale è stata celebrata in quella che all'epoca era la cattedrale più grande dell'Asia a 500 metri dal centro della deflagrazione.
Tre giorni dopo il bombardamento su Hiroshima, il 9 agosto 1945 alle ore 11:02 nella chiesa di Urakami, erano presenti 30 fedeli e 2 preti impegnati nelle confessioni. In seguito allo sgancio della "Fat man" come è stata soprannominata questa bomba al plutonio - morirono tutti e l'edificio bruciò per l'intensità del calore sprigionato. Dei 12 mila cattolici che costituivano questa comunità, 8.500 sono morti. Il bilancio totale della vittime a Nagasaki è stato di circa 80 mila. Nel corso dell'anno poi ne sono morte altre 60 mila.
Ma non tutto andò distrutto. Da oggi a Urakami, in una cappella costruita per l'occasione, sarà esposta ai fedeli la cosiddetta "Madonna bombardata". Si tratta della testa di una statua lignea della Vergine sopravvissuta all'atomica e delle cui radiazioni porta ancora segni evidenti. La testa è stata ritrovata tra le macerie, mentre del corpo non è rimasta traccia.
La chiesa ha esposto per molto tempo un modello della statua, ma in molti chiedevano di poter pregare davanti all'originale. Così i parrocchiani stessi hanno ristrutturato uno spazio per ospitare la testa della Vergine. Tra di loro il sig. Fukabori, 74 anni, che ha perso 4 fratelli nel bombardamento. L'uomo esprime un desiderio: "Vorremo che questa cappella diventi un luogo di preghiera per le anime delle vittime e per la pace".
Celebrazioni solenni si sono svolte anche nel parco cittadino della Pace con un pressante invito al popolo degli Stati Uniti perché si unisca più attivamente nella lotta contro gli ordigni nucleari, con un senso di urgenza pari "alla rabbia e all'angoscia legati agli orribili attentati terroristici dell'11 settembre 2001".
"Noi popolo di Nagasaki - ha detto nel suo messaggio il sindaco della città, Iccho Ito, davanti a 6 mila persone, compreso il primo ministro Junichiro Koizumi - comprendiamo bene e condividiamo la vostra rabbia e la vostra angoscia per l'11 settembre. Eppure, la politica nucleare del vostro governo...vi assicura davvero una maggiore sicurezza collettiva? Sono certo che la maggior parte di voi vuole di tutto cuore l'eliminazione di queste armi di distruzione di massa". Alla cerimonia Koizumi ha riaffermato l'impegno del Giappone a mantenersi un paese pacifico, non nucleare e alla testa del movimento per il disarmo e la non proliferazione nucleare.
Nei pochi giorni che seguirono il bombardamento, il Giappone ha continuato a combattere disperatamente, fino al 14 agosto, quando il paese ha firmato la resa incondizionata, ponendo fine a 6 anni di guerra.