Nella Passione di Cristo, il riscatto delle sofferenze dei cristiani pakistani
Islamabad (AsiaNews) - Nella sofferenza della Passione e morte in Croce di Cristo, i cristiani in Pakistan e in tutto il mondo trovano una risposta alle sofferenze e alle violenze di ogni giorno. È quanto afferma ad AsiaNews il vescovo di Islamabad/Rawalpindi mons. Rufin Anthony, in occasione del Venerdì Santo che precede la Pasqua di risurrezione. La minoranza locale è vittima di persecuzioni e attacchi mirati, che sono causa di morte ed emarginazione. Tuttavia, nelle difficoltà vissute da Gesù nelle ultime ore di vita i cristiani trovano la forza per riscattare il dolore. Per questo nel corso della giornata tutte le parrocchie e le chiese del Paese hanno promosso tre ore di adorazione e preghiera, con lettura di passi della Bibbia, sermoni e inni sacri poi - nel pomeriggio - la Via Crucis.
Il vescovo di Islamabad ricorda che i due momenti più importanti della fede cristiana sono "Natale e Pasqua, che celebrano la nascita e la resurrezione del Messia [...] morto e risorto per donarci vita eterna". Mons. Anthony spiega che Cristo è stato un maestro di "tolleranza, capacità di perdonare, pace e ora spetta a noi il compito di continuare la sua opera". Il prelato aggiunge che la Pasqua è "opportunità per lavorare assieme alle altre comunità e promuovere l'armonia interreligiosa". Nel dramma della Passione del Venerdì Santo, conclude, possiamo scorgere le sofferenze che avvengono nel mondo e per questo "quale altro luogo migliore esiste cui guardare, se non la Croce [di Cristo] sul Calvario".
Le celebrazioni della Settimana Santa hanno visto la partecipazione di moltissimi fedeli in tutte le città del Pakistan. Ogni parrocchia ha promosso incontri, meditazioni, messe e preghiere. Saqib Masih, cristiano di Lahore, spiega di aver digiunato per tutta la Quaresima e in occasione del Venerdì Santo, rinunciando "a tutto ciò che non era necessario".
Sadia John, di Islamabad, sottolinea che nel tempo di penitenza e Quaresima la comunità cristiana ha promosso ritiri spirituali, esercizi, ascolto della liturgia e attività di caritativa e di animazione missionaria. "Io stessa ha dato vita a un progetto - racconta ad AsiaNews - per garantire la scolarizzazione dei bambini delle baraccopoli, in modo gratuito, nel periodo di Quaresima. Il progetto proseguirà anche in futuro".
22/04/2011
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