Nel parlamento kazako entrano per la prima volta 2 nuovi partiti
Il presidente Nazarbayev, che guida il Paese dal 1989, parla di volontà e capacità di rinnovamento. Ma le opposizioni lamentano che questi 2 partiti sono espressione della medesima leadership. Il Paese, ricco di energia, è alla ricerca di stabilità, dopo gli scontri di piazza di dicembre.
Astana (AsiaNews/Agenzie) – Il partito Nur Otan del presidente kazako Nursultan Nazarbayev conferma una maggioranza schiacciante con oltre l’80% dei voti nelle elezioni che ieri hanno rinnovato il parlamento. Ma il dato nuovo è la presenza di 2 nuovi partiti, per la prima volta dall’indipendenza del Paese dall’Unione Sovietica.
Secondo la Commissione Elettorale Centrale (i dati ufficiali saranno proclamati in giornata) il partito Ak Zhol –che privilegia il progresso economico su quello politico- ha ottenuto il 7,5% dei voti e il partito Comunista il 7,2% e saranno rappresentati al Majilis, la Camera bassa del parlamento.
La nuova legge elettorale prevede che siano rappresentati tutti i partiti che superano il 7% dei voti, quorum non raggiunto dagli altri 4 partiti principali. Peraltro la legge prevedeva che il secondo partito sarebbe comunque entrato in parlamento, anche se al di sotto del 7% dei suffragi.
La legge è stata voluta dal presidente Nazarbayev, che guida il Paese dal 1989, per garantire una maggiore rappresentanza delle opposizioni. Il Kazakistan ha avuto una robusta crescita economica ed è ricco di petrolio, uranio e altre risorse pregiate, ma nel 2010 sono scesi in sciopero i lavoratori petroliferi delle regioni occidentali, ricche di energia, chiedendo migliori salari e la possibilità di formare sindacati indipendenti. La protesta è proseguita nonostante il pugno di ferro adottato dalle compagnie petroliferi statali con licenziamento di migliaia di lavoratori e dalle autorità con arresti e condanne dei leader. A dicembre sono esplose manifestazioni di piazza e scontri con la polizia con almeno 16 morti e oltre 100 feriti.
Dariga, figlia maggiore del presidente e candidata nel partito Nur Otan, ha salutato le elezioni come segno importante dei cambiamenti in atto.
Le opposizioni lamentano però che le elezioni sono state truccate e che i principali partiti di opposizione non sono stati ammessi per questioni procedurali o hanno visto depennare i nomi di alcuni popolari leader. Analisti osservano che il cambiamento è stato soltanto “nominale” perché i leader dei due nuovi partiti sono esponenti della medesima leadership politica che si identifica con Nazarbayev e che ha sempre voluto privilegiare la crescita economica, soprattutto a favore di certi ambienti, rispetto ai diritti sociali e politici.
Peraltro Nazarbayev si è sempre vantato della stabilità del Paese, rispetto agli altri Stati della regione, e cerca ora di rinverdire questa immagine offuscata da scioperi e proteste. Le opposizioni temono che la nuova stabilità sia perseguita ancora a danno dei diritti politici e sociali.
Il voto si è svolto in una calma tesa anche nella città di Zhanaozen, teatro delle proteste di dicembre, dove è ancora in atto lo stato di emergenza.
Secondo la Commissione Elettorale Centrale (i dati ufficiali saranno proclamati in giornata) il partito Ak Zhol –che privilegia il progresso economico su quello politico- ha ottenuto il 7,5% dei voti e il partito Comunista il 7,2% e saranno rappresentati al Majilis, la Camera bassa del parlamento.
La nuova legge elettorale prevede che siano rappresentati tutti i partiti che superano il 7% dei voti, quorum non raggiunto dagli altri 4 partiti principali. Peraltro la legge prevedeva che il secondo partito sarebbe comunque entrato in parlamento, anche se al di sotto del 7% dei suffragi.
La legge è stata voluta dal presidente Nazarbayev, che guida il Paese dal 1989, per garantire una maggiore rappresentanza delle opposizioni. Il Kazakistan ha avuto una robusta crescita economica ed è ricco di petrolio, uranio e altre risorse pregiate, ma nel 2010 sono scesi in sciopero i lavoratori petroliferi delle regioni occidentali, ricche di energia, chiedendo migliori salari e la possibilità di formare sindacati indipendenti. La protesta è proseguita nonostante il pugno di ferro adottato dalle compagnie petroliferi statali con licenziamento di migliaia di lavoratori e dalle autorità con arresti e condanne dei leader. A dicembre sono esplose manifestazioni di piazza e scontri con la polizia con almeno 16 morti e oltre 100 feriti.
Dariga, figlia maggiore del presidente e candidata nel partito Nur Otan, ha salutato le elezioni come segno importante dei cambiamenti in atto.
Le opposizioni lamentano però che le elezioni sono state truccate e che i principali partiti di opposizione non sono stati ammessi per questioni procedurali o hanno visto depennare i nomi di alcuni popolari leader. Analisti osservano che il cambiamento è stato soltanto “nominale” perché i leader dei due nuovi partiti sono esponenti della medesima leadership politica che si identifica con Nazarbayev e che ha sempre voluto privilegiare la crescita economica, soprattutto a favore di certi ambienti, rispetto ai diritti sociali e politici.
Peraltro Nazarbayev si è sempre vantato della stabilità del Paese, rispetto agli altri Stati della regione, e cerca ora di rinverdire questa immagine offuscata da scioperi e proteste. Le opposizioni temono che la nuova stabilità sia perseguita ancora a danno dei diritti politici e sociali.
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02/08/2021 08:40
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