Nel loro giubileo, i vietnamiti ricordano il loro primo catechista martire
di JB. Vu
Sant’Andrea Phu Yen, ucciso a 20 anni durante la persecuzione dei re vietnamiti. Nato nel 1625 o 1626, fu battezzato da padre Alexandre de Rhodes, il grande missionario gesuita, che lo ammise in un gruppo di catechisti. Davanti al tribunale confermò la sua fede e al momento dell’esecuzione esortò i cristiani a restare saldi nella fede.
Binh an ha (AsiaNews) – Il Giubileo della Chiesa vietnamita si è aperto il 24 novembre, vigilia della festa dei martiri vietnamiti, si sta rivelando anche come un’occasione per riflettere sulla loro vita e il loro messaggio.
Un posto particolare, tra i 117 santi martiri, lo ricopre sant’Andrea Phu Yen, primo catechista vietnamita a dare la vita per la fede (nella foto: la sua esecuzione in un quadro del ’600) . Era nato nel 1625 o nel 1626 nella parrocchia di Mang Lang , diocesi di Qui Nhon, nella provincia di Phu Yen. Fu ucciso nel 1644, quando aveva 19 o 20 anni.
Sant’Andrea Phu Yen era stato battezzato quando aveva 15 anni da padre Alexandre de Rhodes, il grande missionario gesuita, autore del primo catechismo vietnamita e del primo dizionario portoghese-latino-vietnamita, grazie al quale il Paese adottò i caratteri latini che ancora usa.
Il giovane Andrea, allora, stava studiando la scrittura cinese. L’anno dopo chiese di poter entrare nel gruppo che insegnava catechismo, creato da padre de Rhodes. Andrea, che ancora doveva completare la sua formazione, fu affidato a un altro catechista, che si chiamava Inhaxio. Il giovane fece grandi progressi nella conoscenza del catechismo e della Bibbia e nella comprensione dei modi per servire Dio. Il gruppo, guidato da padre de Rhodes - il cui nome vietnamita era padre Dac Lo - comprendeva una dozzina di persone e stava ottendendo significativi successi nella diffusione del Vangelo. Ciò suscitò sospetti e tensioni nella corte della dinastia Nguyen.
L’attività missionaria del gruppo di sant’Andrea era la provincia di Quang Nam e i funzionari della provincia volevano eliminare Inhaxio. Ma in quel periodo, fratel Inhaxio era lontano. Anche sant’Andrea ricevette l’avviso che anche lui sarebbe stato processato e condannato a morte. Egli era a casa da solo e si offrì spontaneamente al posto del suo anziano fratello. Di fronte alle corte manifestò una straorddinaria forze nella fede. “Vorrei – disse – avere migliaia di vite da consacrare a Dio”.
In effetti, dal 1627 al 1886 i re combatterono il cristianesimo in molti modi crudeli, come tagliando la testa, ma i cattolici hanno resistito fino alla vittoria. In quegli anni furono uccise più di 130mila persone. Tra loro 117 sono stati proclamati santi martiri. Sono di tutte le classi sociali ed erano vescovi, sacerdoti e fedeli laici. Oggi i cattolici vietnamiti sono più di sette milioni. Dopo il 1975, quando il Paese è stato unificato dal Nord, molti sono sparsi nel mondo. Ma continuano a ricordare il giovane martire. Ogni anno, la parrocchia di St. Luke's Revesby, a Sydney, celebra l’aniversario di sant’Andrea. “ Sant’Andrea Phu Yen – dice padre Nguyen Van Tuyet, responsabile della comunità vietnamita – dà il suo insegnamento a tutti. Fu coraggioso e leale e dà aiuto a migliaia di anime, offrendo la Buona Novella a tutti”. “I cattolici vietnamiti – aggiunge padre Geoffry, della stessa parrocchia - hanno aiutato i membri della comunità ad essere uniti e a crescere sempre di più”.
Il 25 luglio 1644 sant’Andrea fu condotto di fronte al mandarino, che tentò in vari modi di convincerlo ad “abbandonare la sua folle convinzione”. Ma egli replicava di essere un cristiano e più diposto a soffrire che ad abbandonare la fede. Si mostrava tanto sereno e disposto a soffrire per Cristo, che le persone andavano da lui chiedendogli di pregare per loro. Egli rispondeva chiedendo di chiedere a Dio di concedergli la grazia di essere fedele fino alla fine e di “rispondere con la pienezza dell’amore all’infinito amore del suo Signore, che ha dato la sua vita per gli uomini”.
Il giorno dopo, il 26 luglio, Andrea fu portato in udienza pubblica dal governatore, dove fu condannato a morte. Quel pomeriggio, un ufficiale lo condusse luno le vie di Ke Cham fino al luogo dell’esecuzione, un campo fuori città. Il gruppo era seguito da padre de Rhodes, numerosi cristiani portoghesi e vietnamiti e anche da pagani, che assistettero all’uccisione. Andrea esortò i cristiani a rimanere saldi nella loro fede e a non essere addolorati per la sua morte, ad aiutarlo con le loro preghiere a essere fedele fino alla fine. Fu colpito con le lance e, alla fine, quando stava per essere decapitato con una spada, gridò a voce alta il nome di Gesù.
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