Nel Cenacolo Cristo ha chiamato per nome ogni sacerdote di tutti i tempi
Lettera di Giovanni Paolo II ai sacerdoti Giovedì Santo 2004
Città del Vaticano (AsiaNews) Un appello a pregare "il Padrone della messe" e a testimoniare di fronte ai giovani la grandezza e bellezza della vocazione sacerdotale: questo è il contenuto della Lettera che quest'anno Giovanni Paolo II indirizza ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo.
In un messaggio pieno di "gioia e affetto", il papa ricorda che nel Cenacolo, dove Gesù ha istituito l'Eucarestia e il sacerdozio prima di morire, è nata anche la chiamata di tutti i sacerdoti nel mondo.
Egli sottolinea che "l'Eucaristia come il Sacerdozio" sono "un dono di Dio che supera radicalmente il potere dell'assemblea" (n. 4). Il che è detto sia per correggere sfasature "democratiche" sul sacerdozio ministeriale, sia per far comprendere l'urgenza di "implorare incessantemente" Dio perché "mandi operai nella sua messe" (n. 5).
Vi sono parti del mondo attuale in cui si registra una scarsità di clero; altre parti in cui "si assiste a una promettente primavera vocazionale" (n. 4). Il papa ricorda che "prima di ogni altra iniziativa vocazionale, è indispensabile la nostra fedeltà personale" (n. 5). Per far crescere vocazioni, dice il Papa ai sacerdoti, "la vostra testimonianza conta più di qualunque mezzo e sussidio" (n. 6).
I giovani e in particolare "i ministranti" (i chierichetti) per il servizio all'altare "sul vostro volto leggono il riflesso del Mistero, nel vostro cuore intuiscono la chiamata di un amore più grande. Siate per loro padri, maestri e testimoni di pietà eucaristica e di santità di vita!". (n. 6). L'ultimo pensiero della Lettera è a Maria, "Madre dei sacerdoti". A Lei il papa chiede che i ministri non cadano mai nell'abitudine "al Mistero posto nelle vostre mani". (n. 8).
Per il Testo completo della Lettera cfr.
LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II AI SACERDOTI PER IL GIOVEDÌ SANTO 2004