Negative le reazioni alle parole di Nasrallah nella festa della vittoria
Prime reazioni israeliane e di analisti libanesi al discorso del leader Hezbollah, che ieri davanti a migliaia di sostenitori ha festeggiato la "vittoria divina" sullo Stato di Israele.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) "Ridicole" agli occhi di Israele, "pericolose" per alcuni analisti libanesi, sono apparse così le parole di ieri del leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, alla sua prima apparizione in pubblico dall'inizio della guerra in Libano, il 12 luglio scorso. Nella "festa della vittoria" ieri a Beirut, Nasrallah ha usato toni forti: ha detto che nessun esercito al mondo potrà disarmare i suoi guerriglieri e ha chiesto la formazione di un nuovo governo di unità nazionale con una più ampia partecipazione di Hezbollah, in grado di proteggere il paese da Israele.
"Non c'è nessun esercito al mondo che possa (costringerci a) lasciare cadere le nostre armi a terra", ha detto il leader della milizia sciita davanti ad un'enorme folla di sostenitori, che ieri pomeriggio ha invaso la parte sud di Beirut per una marcia della "vittoria divina". Nasrallah, che si è presentato in pubblico, nonostante le minacce di Israele di ucciderlo, ha annunciato che le sue milizie sciite sono più forti di quanto non fossero prima dell'inizio del conflitto: "La resistenza oggi
ha più di 20 mila razzi".
"Nasrallah è uno spaccone ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri israeliano - questo uomo solo tre settimane fa diceva che non avrebbe preso la decisione di lanciare un attacco contro Israele se avesse misurato le dimensioni della risposta". Il governo del primo ministro Ehud Olmert ha poi fatto sapere che le dichiarazioni di Nasrallah sono state semplicemente "ridicole".
Preoccupazione, invece, tra alcuni analisti libanesi che ritengono pericolosa la retorica di Nasrallah. Secondo Fadi Daou, direttore dell'Istituto di scienze religiose dell'Università libanese Saint Joseph, "il fatto che Hezbollah consideri di aver vinto la guerra potrebbe acuire la divisione del sistema politico tra le comunità del Paese e aumentare l'emarginazione dei cristiani". Il professore spiega che "il rischio è che si venga a creare una pericolosa contrapposizione tra musulmani sciiti e sunniti".
Anche l'ex presidente libanese Amin Gemayel, critico di Hezbollah, ritiene "pericoloso" il discorso di Nasrallah in quanto "lega la resa delle armi della sua milizia ad un drastico cambiamento nel governo del Libano". "Questo continua è molto rischioso e ci porta a chiederci che tipo di governo e chi tipo di Libano voglia Nasrallah".
Il leader Hezbollah ha apertamente criticato il premier Siniora, anche per la sua vicinanza agli Stati Uniti. Dal canto suo Siniora ha più volte rifiutato l'idea di un nuovo governo pur dichiarandosi disponibile al dialogo.