Navi da guerra giapponesi nella lotta contro i pirati in Somalia
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Due navi da guerra giapponesi cominceranno la loro missione al largo della coste somale per combattere la pirateria. Le due navi salpano oggi e raggiungeranno il Golfo di Aden in tre settimane. La decisione del ministero della difesa è però controversa: il Giappone per costituzione si può implicare solo in azioni di autodifesa. Voci critiche fanno notare che questo impegno – in cui le navi potrebbero usare forza letale – rischia di costituire un precedente per le forze militari nipponiche.
Yasukazu Hamada, ministro della Difesa fa notare che “la pirateria vicino alle coste della Somalia è una minaccia al Giappone e alla comunità internazionale” e che “per le forze di autodifesa è un importante dovere proteggere vite e beni giapponesi”. Un’inchiesta svolta dal quotidiano Yomiuri Shimbun mostra ad ogni modo che almeno il 61% dei giapponesi vede con favore l’impegno contro la pirateria.
Ieri sera il governo di Tokyo ha presentato una bozza di legge per allargare gli scopi con cui usare tale forza, permettendo anche la protezione di navi straniere.
Le navi giapponesi vanno ad aggiungersi a quelle militari di Stati Uniti, Unione europea, Cina che tentano di proteggere navi mercantili in una delle zone più trafficate al mondo. Ogni anno passano da Suez almeno 2 mila navi giapponesi. Fino ad ora nessuna nave nipponica è stata attaccata.
Nel 2008, gli incidenti nelle acque somale sono giunti a 95 attacchi, con 35 navi sequestrate. Di queste, 17 sono ancora nelle mani dei pirati.
16/03/2024 10:51