28/12/2006, 00.00
INDIA
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Nathan Andrew, la sofferenza degli Innocenti per la vita del mondo

di Nirmala Carvalho
Oggi festa dei santi Innocenti, si ricorda la strage dei bimbi uccisi da Erode, nell’intento di eliminare Gesù, il Re dei Giudei. La Chiesa conserva in questa festa la memoria e il valore del dolore innocente, vissuto- anche in modo non cosciente - in unione con Cristo. Nathan Andrew è morto a soli 40 giorni di vita, la notte di Natale. Suo padre ha domandato che le sofferenze di suo figlio, servano “alla conversione del mondo”.

Mumbai (AsiaNews) – Il più bel dono ricevuto da Cristopher e Gina era il loro primogenito, Nathan Andrew Crasto, venuto alla luce lo scorso 15 novembre.

Alla nascita Nathan pesava 3 chili. Il giorno dopo  egli è stato misteriosamente eletto per condividere le sofferenze di Cristo. Ha cominciato a vomitare per una infezione intestinale ed è stato subito trasportato nel reparto di terapia intensiva neonatale.

Per 4 giorni i dottori hanno tentato di curare l’infezione con gli antibiotici, ma il 19 novembre, si è dovuto procedere a un’operazione per rimuovere l’intestino infetto.

Prima di sottoporlo alla chirurgia, il bambino è stato battezzato nell’ospedale col nome di Nathan Andrew.

 

Quando i dottori lo hanno aperto, hanno visto che più del 90% dell’intestino era danneggiato. Essi ne hanno eliminato il 10%, che era ormai tessuto morto e hanno tenuto il resto. Le possibilità di guarigione erano al 5%.

Il piccolo Nathan era un lottatore e a dispetto della sua malattia, rispondeva in qualche modo alla voce dei genitori. Talvolta riusciva persino a sorridere, facendo piangere la madre di lacrime di gioia.

 

Ogni giorno, per 4 settimane, vi erano segni di guarigione e di speranza. Il 19 dicembre il dottore ha detto che una parte dell’intestino rimasto era divenuto “rosa”, e questa era un’indicazione di guarigione. Per questo valeva la pena fare un’altra operazione, giungendo insieme i pezzi di intestino guarito e dare al piccolo una possibilità di maggiore resistenza.

 

La seconda operazione è avvenuta il 20 dicembre. L’operazione è stata un successo e Nathan stava guarendo. Sebbene egli avesse solo 5 centimetri di intestino sano (i bambini ne hanno bisogno di almeno 25 cm per sopravvivere), Nathan stava facendo progressi e i punti stavano rimarginandosi. Nutrito con endovenose, stava anche mettendo su peso.

Purtroppo, la vigilia di Natale, Nathan ha avuto una crisi, con il sangue che fuoriusciva dalla ferita.

 

I suoi genitori hanno compreso che era giunta per Nathan l’ora  di essere unito al Padre dei cieli. Senza lasciare nemmeno un attimo il reparto di terapia intensiva, hanno pregato. La madre, nella tristezza, pregava perché la loro fede “non dubitasse dell’amore di Dio”. Christopher, il giovane papà, pregava che “le sofferenze di Nathan siano offerte per la conversione del mondo”.

 

La notte di Natale, quando Dio è divenuto bambino, Nathan è morto. La sua vita è durata 40 giorni. Suo nonno, Linus Crasto, ha paragonato i giorni della vita di Nathan ai 40 giorni di Cristo nel deserto.

La sera di Natale, pregando vicino al corpo del piccolo, la madre ha detto: “O Signore, fa’ che io possa vedere la tua gloria non nella morte di Nathan, ma nella resurrezione. Possano gli angeli accoglierlo e fargli posto nel coro della Gloria”.

I funerali di Nathan sono stati una grande celebrazione. Adulti e bambini hanno portato molti fiori e la chiesa vibrava di canti che inneggiavano a Dio per il dono della vita e della fede. Alla messa, P. Eddie, il celebrante, ha detto che "Nathan è ormai un intercessore potente, avendo condiviso la passione di Cristo nei suoi 40 giorni sulla terra”.

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