Natale: cartoline di neve dalla Siberia
Gli abitanti della regione ricordano “zio Valerio”, l’artista che tracciava disegni e auguri sul ghiaccio e sulle distese innevate. È morto lo scorso anno di Covid. Amato in tutta la Russia, le sue opere fotografate anche dalla Stazione spaziale internazionale.
Mosca (AsiaNews) – I russi della Siberia, e anche di altre regioni, hanno organizzato uno speciale “flashmob” per onorare la memoria di Valerij Melnikov. Conosciuto come “zio Valerio” del villaggio di Markovo, nella regione del Priamurje (Manciuria orientale) sulla riva russa del fiume Amur, egli tracciava disegni e auguri sul ghiaccio e sulle distese innevate. Con l’aiuto di vanghe, picconi e altri attrezzi, tante persone di diversa età ed estrazione approfittano della gelate e delle tempeste di neve per imitare l’arte del ghiaccio nel periodo che annuncia il nuovo anno e le feste natalizie (il Natale in Russia viene celebrato dopo Capodanno, il 7 gennaio).
Per oltre 10 anni dopo la pensione, zio Valerio si è dedicato in solitudine a comporre auguri per i concittadini del Priamurje, disegnando scritte e immagini festose sulla superficie ghiacciata del grande fiume che separa la Russia da Cina e Mongolia, e su tanti altri spazi innevati. La Stazione spaziale internazionale ha fotografato una sua cartolina di Capodanno, disegnata sul fiume Khomutin nel 2017.
Allora i media hanno iniziato a scrivere delle imprese di zio Valerio, divenuto in breve tempo una celebrità in tutto il Paese per questa forma unica di arte capace di rendere gentile e accogliente anche il paesaggio più ostile dei geli invernali. Per ammirare le figure nella neve, gruppi di turisti da varie città hanno cominciato a visitare Markovo, e a Capodanno arrivavano a zio Valerio cartoline di auguri da tutta la Russia.
Zio Valerio è morto nel 2020, ucciso dal coronavirus a 73 anni, dopo aver lavorato come tecnico in una fabbrica e commerciante. Oltre 20 anni fa, a causa di una meningite seguita da un infarto, egli aveva perso l’udito. Come lui stesso raccontava nelle interviste, era rimasto per 10 giorni in coma: appena risvegliatosi aveva chiesto di accendere la radio, senza però sentire alcun suono. Nella solitudine del silenzio ha iniziato a comporre disegni sulla neve e sul ghiaccio – ogni anno diversi – per sentirsi vivo e “per non annoiare le persone”.
Nelle interviste Valerij spiegava di non amare la solitudine: “È come l’ululato del lupo siberiano… dicono che gli uomini non piangono, ma non è vero. Io sono una persona di compagnia, nel collettivo sono sempre stato un leader, ma le circostanze mi hanno fatto vivere questa esperienza; non voglio pensare di non valere niente, voglio essere necessario, altrimenti perché vivere?”.
L’idea delle cartoline di Capodanno, raccontava Melnikov, gli era venuta in mente all’improvviso: voleva regalare alle persone un motivo per affrontare l’anno nuovo con ottimismo. Zio Valerio aveva un suo metodo nel disegnare, per cui le figure che venivano delineate dovevano prima congelare, e poi prendere vita con un lavoro di almeno un mese, pulendole ogni giorno dalla neve che vi si depositava; una specie di “icona di neve”, da comporre con religiosa dedizione.
In suo ricordo agli abitanti della regione dell’Amur si sono uniti per continuare la tradizione degli auguri di neve, e a loro si sono unite persone di tante città della Siberia: Novosibirsk, Orenburg, Ekaterinburg, Omsk e Jakutsk. La manifestazione ha avuto il suo centro proprio a Markovo, il suo villaggio natale.
Le cartoline ghiacciate saranno scolpite sulla riva destra del fiume Ob, presso il ponte Europa-Asia del fiume Ural e sulle rive dei fiumi Om e Iseti. A Jakutsk l’augurio sarà dipinto sul lago Talom. La prima cartolina in memoria di zio Valerio è già pronta a Blagoveščensk, dove i collaboratori del centro sociale e culturale della città, Vitalij Guz e Stanislav Gavrik, hanno preparato gli auguri nel laghetto del Parco dell’amicizia.