Natale russo-ortodosso: silenzio sul martirio, voce ai valori patriottici
di Nina Achmatova
Nell’omelia del Patriarca nessun riferimento alla persecuzione dei cristiani, richiamo alla preghiera per “l’unità nazionale” e la “patria”. A messa anche il presidente Medvedev e il premier Putin.
Mosca (AsiaNews) - Oltre 150 milioni di fedeli, circa 30mila chiese e 800 monasteri russo-ortodossi in 60 Paesi nel mondo festeggiano oggi il Natale. A Mosca il Patriarca Kirill ha celebrato ieri notte la tradizionale liturgia della Veglia nella cattedrale di Cristo Salvatore alla presenza di migliaia di fedeli persone e del presidente della Federazione russa DmitriMedvedev. In tutto, circa più di 11 mila fedeli hanno preso parte alle liturgie nella capitale. Il premier Vladimir Putin, come di tradizione, ha partecipato alla messa di Natale in una chiesa di provincia.
I russo-ortodossi festeggiano il Natale secondo il calendario giuliano. Questo è “in ritardo” di 13 giorni rispetto al gregoriano, adottato da cattolici, protestanti, alcuni ortodossi - come il Patriarcato ecumenico - e mondo laico. Il 7 gennaio in Russia segna la fine dell’astinenza da carne, dolci e alcolici, iniziata il 28 novembre, ed è festa nazionale.
Si tratta di un giorno di massima allerta, dopo i recenti allarmi per attacchi terroristici contro i cristiani in tutto il mondo e specialmente i copti in Egitto: a garantire la sicurezza sono stati mobilitati 7mila agenti solo nella capitale. Tutti i luoghi di culto ortodossi in città, 286 tra chiese e monasteri, sono stati passati al setaccio da unità cinofile, dislocate anche nelle principali stazioni della metropolitana.
Kirill e il silenzio sui copti
Anche se i media non ne parlavano, c’era attesa per l'omelia del patriarca Kirill alla luce del sanguinoso attentato di Capodanno contro la chiesa copta di Alessandria d'Egitto. Nel suo tradizionale augurio per la vigilia del Natale ortodosso, Kirill non aveva fatto alcun riferimento all'attacco in cui sono morte 23 persone il 31 dicembre. Il 3 gennaio, tuttavia, in una lettera al papa copto Shenuda III, il Patriarca aveva espresso il suo sostegno spirituale alla comunità auspicando che «i terroristi siano trovati e puniti in modo adeguato». Ma anche nell’omelia di ieri notte non vi è stato riferimento ai fratelli copti. Il Patriarca ha preferito puntare l’attenzione sulla necessità di pregare per valori come la “patria”, “l’unità della nazione” e “l’anima cristiana”. Ha sottolineato, poi, che la gente “forse ora come mai ha bisogno dell’aiuto di Dio, del Suo amore e della Sua misericordia”. “Crediamo e sappiamo che in risposta alle nostre preghiere, alla nostra fede sincera, Dio entra nella vita dell’uomo, lo sostiene per mano, ne rafforza la mente e l’animo e il corpo”.
Politica e fede
I valori a cui ha fatto richiamo il Patriarca sono anche quelli cari al Cremlino. Il Natale è, soprattutto nell’ultimo decennio putiniano, anche un momento di incontro tra potere politico e vertici ecclesiastici. Che non perdono l’occasione di ribadire alla nazione la collaborazione sempre più stretta che li lega, nel nome di una Russia forte e unita.
Medvedev era presente con la moglie Svetlana nella cattedrale di Mosca, dove ha scambiato auguri e regali con Kirill. Poche ore prima aveva fatto gli auguri a tutti i cittadini russi via Twitter. “Il Natale ci porta ai valori senza tempio dell’amore e della bontà - ha detto il presidente – questi sono serviti nei secoli a rafforzare i valori morali e l’unità del popolo russo”. “Questi valori anche al giorno d’oggi sono le fondamenta su cui la nostra società può costruire lo sviluppo di una Russia pacifica e costruttiva”.
Il premier Putin, invece, ha partecipato in prima fila alla liturgia natalizia nella chiesa del Velo protettore della Madre di Dio nel villaggio di Turginovo, nord di Mosca, nella regione di Tver, la zona d’origine dei genitori.
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