23/12/2010, 00.00
PAKISTAN
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Natale in Pakistan: rinviate le manifestazioni dei cristiani per paura di scontri

di Jibran Khan
La proposta è fatta da vescovi e rappresentanti delle Chiese protestanti. Il possibile rinvio delle manifestazioni non ferma però gli appelli e le proposte per una modifica della legge sulla blasfemia. Cattolici e protestanti si preparano al Natale. Previste messe e processioni nonostante le continue minacce dei partiti islamici.

Lahore (AsiaNews) – Il rispetto del Natale e del capodanno islamico spinge cattolici e protestanti pakistani a chiedere il rinvio delle manifestazioni contro la legge sulla blasfemia previste per il 24 e il 31 dicembre. Si temono, infatti, scontri e violenze da parte dei partiti islamici, che negli stessi giorni hanno organizzato uno sciopero generale per contrastare eventuali modifiche alla legge. Intanto nelle parrocchie del Paese i cattolici si preparano a celebrare il Natale. E questo, nonostante le continue minacce e il rischio di attacchi contro cristiani provocate dal caso di Asia Bibi.

La proposta di rinviare le manifestazioni  è emersa durante il forum dal titolo “Il Natale e lo stato dei cristiani in Pakistan” organizzato in questi giorni, a Lahore, dai vescovi cattolici e dai rappresentanti delle comunità protestanti. 

Samuel Azaria, presidente della Chiesa protestante pakistana ha affermato che la comunità cristiana esprime da sempre il suo rispetto per il mese di Muharram, primo mese del calendario islamico, e quest’anno ha fatto iniziare le celebrazioni natalizie a partire dal 16 dicembre. Azaria ha mostrato preoccupazione per le manifestazioni del 24 e 31 dicembre, sottolineando il rischio di scontri che devono essere evitati in un periodo che invece occasione di felicità per tutti.

Il possibile rinvio delle manifestazioni non ferma però gli appelli e le proposte per una modifica della legge sulla blasfemia. All’incontro vescovi e pastori hanno elaborato una revisione della legge che prevede la condanna degli accusatori in caso di innocenza dell’imputato. Mons. Andrew Francis, vescovo di Multan e responsabile della Commissione per il dialogo e l’ecumenismo ha affermato che “questo Natale arriva in un momento in cui il dibattito sulla legge anti-blasfemia sta causando seri problemi alla comunità cristiana. Il prelato ha sottolineato che in questi anni 180 cristiani accusati di blasfemia sono stati riconosciuti non colpevoli dai tribunali.  

Intanto, nonostante l’aumento delle minacce lanciate dagli estremisti islamici, i cristiani del Pakistan si preparano a celebrare il Natale. Con la sua larga maggioranza musulmana, la nascita di Gesù non è ufficialmente celebrata in Pakistan. Tuttavia, il 25 dicembre coincide con il compleanno di MA Jinnah, fondatore del Pakistan. Le celebrazioni natalizie sono tollerate e in molte città e villaggi la notte della vigilia i cristiani organizzano processioni nelle strade addobbate a festa.

P. Morris Jalal parroco della chiesa di S. Francesco Saverio, afferma ad AsiaNews:”Questa situazione mostra le sfide a cui è chiamata la comunità cristiana. Abbiamo a che fare con molti casi di persecuzione e intolleranza nella nostra parrocchia a causa della legge sulla blasfemia”.    

La parrocchia di p. Jalal serve circa 7mila famiglie, ma  anche questo Natale la gente affollerà come ogni anno la chiesa.  incurante delle minacce e della paura di attacchi. Secondo il sacerdote sono attese tra le 10mila e le 15mila persone.  "La nostra Chiesa – dice - contiene fino 1.500 persone e organizzeremo le celebrazioni nel campo sportivo all’aperto”.  Il sacerdote sottolinea che con questi numeri il rischio di eventuali attacchi aumenta, ma la sicurezza sarà gestita in modo discreto da poche persone, per evitare che la gente veda uomini armati proprio durante la messa di Natale. “Noi – continua - siamo convinti che la polizia non sia in grado di proteggerci e vi saranno solo cinque o 6 poliziotti di guardia, dovremmo essere noi a fornire la sicurezza armando i nostri uomini. Ma non si può immaginare una messa di Natale circondata da giovani armati”.

 

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