Najaf: speranza per una convivenza fra cristiani e musulmani
Baghdad (AsiaNews) "La pace di Najaf può essere un segnale forte per tutto l'Iraq. La convivenza comune è possibile e bisogna pregare perché ciò avvenga non solo in Iraq, ma in tutto il Medio Oriente, anche in Palestina". Lo ha detto ad AsiaNews mons. Emmanuel Delly, patriarca dei cattolici caldei di Baghdad. Ricordando gli attacchi alle chiese del 1 agosto scorso, il presule ha aggiunto che l'accordo di Najaf è un segno di pace e di una possibile convivenza anche fra cristiani e musulmani. Ecco il testo dell'intervista:
La svolta a Najaf può essere un segnale positivo per la pace in Iraq?
Da parte nostra c'è una fede incrollabile nella preghiera, perché il signore illumini le menti di queste persone e li riconduca sulla retta via. Un ritorno alla normalità a Najaf può avere risvolti positivi in tutto l'Iraq. Inoltre una convivenza comune nel nostro paese può essere un segnale forte per il mondo interno. Anche in Palestina si combatte, così come in diverse altre zone della terra. Assistiamo a una situazione generale di tensione e di conflitto, la violenza non è un fattore esclusivo dell'Iraq. Speriamo che Najaf possa essere un primo segnale per un ritorno alla convivenza comune e alla pace
Com'è la situazione dei cristiani in Iraq, ad un mese dagli attentati alle Chiese di Baghdad e Mosul?
La situazione è tranquilla, non c'è nulla di straordinario. Ringraziamo il Signore perché la realtà è migliorata ed è ritornata una certa stabilità. Voglio ribadire che non ci sono differenze fra cristiani e musulmani, perché qualunque forma di violenza colpisce indistintamente gli uni e gli altri. Ciò che accade ai musulmani accade ai cristiani e ciò che accade ai cristiani accade ai musulmani siamo una sola famiglia irachena.(DS)
23/11/2007