Myanmar: riprendono i lavori per la Costituzione, crescono le proteste degli studenti
Yangon (AsiaNews/Agenzie) La Convenzione nazionale ha ripreso ieri i suoi lavori la per la stesura della Costituzione. Una nuova Carta costituzionale è il primo di 7 punti che il governo militare dell'ex Birmania si è dato per la transizione alla democrazia. Unione Europea, Stati Uniti d'America, Nazioni Unite e gruppi per la promozione dei diritti umani, però, considerano la "road map" birmana una semplice operazione di propaganda. Gli stessi colloqui per la Costituzione sono considerati una messa in scena: si protraggono da più di 10 anni e sono boicottati dal principale partito d'opposizione, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) di Aung San Suu Kyi, che dal marzo 2003 si trova per la terza volta agli arresti domiciliari.
Intanto nel Paese guadagna migliaia di adesioni una campagna a favore dei prigionieri politici, ex leader del movimento studentesco, la cui rivolta contro i militari nel 1988 fu repressa nel sangue.
Alla Convenzione nazionale partecipano oltre mille delegati di partiti politici e gruppi etnici birmani; il suo primo incontro si è tenuto nel 1993, ma gruppi di opposizione definiscono "inutile" i suoi lavori. Nyan Win, portavoce della Nld, spiega che la Convenzione "manca di principi democratici". La Lega nazionale per la democrazia ha stravinto le elezioni del 1990, che la giunta non ha riconosciuto. In segno di protesta, nel 1995, i delegati della Nld sono usciti dai colloqui sulla Costituzione; nel 2004 la Lega è riuscita a portare dalla sua parte anche il partito politico del più grande gruppo etnico del Myanmar, la Shan Nationalities League for Democracy.
Nel frattempo fonti a Yangon e Mandaly riferiscono della coraggiosa partecipazione di centinaia di persone alla recente campagna titolata "Espressione bianca". Lanciata ieri dal gruppo di ex prigionieri politici chiamato "Studenti della Generazione 88", essa consiste nel vestirsi di bianco in segno di protesta per la detenzione di esponenti pro-democrazia. La campagna è partita pochi giorni dopo l'arresto di 5 leader del gruppo, avvenuta lo scorso fine settembre. Si tratta di Min Ko Naing, Ko Ko gyi e Htay Kywe. Ad essi si aggiungono Min Zeya e Pyone Cho arrestati il 30 settembre dopo che Washington ha minacciato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per fermare le violazioni ai diritti umani commesse da Yangon.
Prima di "Espressione bianca", il gruppo studentesco aveva dato il via ad una petizione per liberare i suoi membri in prigione. Fino a sabato scorso le firme raccolte erano circa 120 mila.