Myanmar: la giunta intensifica la persecuzione contro i Karen
Feroce offensiva della giunta per cancellare dallo Stato tre milioni di persone: incendiati villaggi e raccolti. Dietro le operazioni militari interessi politici, ma soprattutto economici.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) L'esercito del Myanmar è impegnato in un'offensiva senza precedenti contro le popolazione tribale dei Karen. Secondo osservatori locali, negli ultimi 8-10 mesi i soldati hanno incendiato oltre 200 villaggi, distrutto le coltivazioni e piazzato mine nei sentieri per impedire il ritorno degli abitanti. Decine di persone sono morte e almeno 20mila civili sono stati cacciati via dalle loro abitazioni.
La feroce campagna militare contro i civili mira a creare uno spazio vuoto attorno alla nuova capitale Naypyidaw ("città reale"), realizzata nella jungla a pochi chilometri dal confine dello Stato Karen. La giunta ha sempre agito con ferocia contro i gruppi etnici, di cui i Karen, 3 milioni in tutto, sono il più popoloso. Fieri delle tradizioni, parlano una loro lingua e si sono sempre opposti alla dittatura militare; in 20 anni di conflitto sono in gran parte fuggiti nella vicina Thailandia, dove almeno 150 mila vivono in campi profughi e 1,5 milioni secondo stime ufficiose sono rifugiati illegali. Anche contro l'Esercito nazionale per la liberazione dei Karen (forte di circa 10 mila uomini), la giunta militare ha lanciato una campagna senza precedenti.
Dietro queste operazioni ci sono ragioni economiche, oltre che politiche: il Myanmar ha concordato con la Thailandia la creazione di più dighe sul fiume Salween, che scorre in territorio Karen, la cui popolazione ora deve essere "spostata". Jack Dunford, direttore del Thailand Burma Border Consortium, Ong per gli aiuti umanitari, commenta che "la nuova capitale e le dighe in progetto sono un forte pretesto per prendere il controllo dello Stato Karen con l'uso illimitato della forza".
Sunai Phasuk, esperto per il Myanmar di Human Rights Watch dice che "nel Paese sono in atto crimini contro l'umanità. La violenza contro l'etnia Karen è sistematica e si intensifica".
Secondo fonti locali, oltre 900 Karen ogni mese chiedono asilo in Thailandia, che risponde rendendo più difficile la procedura per ottenere lo status di rifugiato. Presso il confine tra i due Stati è sorto il campo di emergenza di Eituta, con mura di bambù protette da un battaglione di soldati Karen. Ci sono già 1.500 profughi che aumentano del 10% ogni mese. (PB)