20/07/2009, 00.00
MYANMAR
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Myanmar, Giornata dei martiri: occasione per la giunta militare per altri 50 arresti

Ieri a Yangon la giunta militare ha fermato militanti per i diritti umani e membri della Lega nazionale per la democrazia. Dal 1988 la festa dedicata ad Aung San, eroe che ha guidato il Paese all’indipendenza, è un terreno di scontro fra la dittatura militare e gli oppositori.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – La 62ma “Giornata dei martiri”, che commemora gli eroi dell'indipendenza birmana è stata festeggiata dalla giunta miltare con l'arresto di 50 attivisti per la democrazia. Lo riferisce il sito dissidente The Irrawaddy, che cita fonti anonime locali. I fermi sono stati eseguiti ieri a Yangon, in occasione della marcia organizzata per la celebrazione.
 
Una fonte vicina al partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld) rivela che fra gli arrestati vi sono “membri della Nld e altri attivisti”, prelevati dalle forze di polizia “alle 11 di domenica mattina”. “Sulla strada che porta al Monumento dei martiri – riferisce un giornalista locale – vi era un posto di blocco della polizia. Solo le persone munite di invito e i giornalisti accreditati potevano varcare il punto di controllo. Senza permesso, nessuno poteva accedere al monumento”.
 
Nei giorni scorsi le autorità birmane hanno rafforzato le misure di sicurezza attorno al Monumento dei martiri e alla pagoda di Shwedagon, due luoghi simbolo della ex-capitale del Myanmar. La polizia ha interrogato diverse persone munite di telecamera.
 
Per celebrare la festa, i membri della Nld hanno tenuto una cerimonia privata sotto lo stretto controllo della polizia. Circa 1000 soldati, poliziotti in assetto anti-sommossa e ufficiali in borghese hanno stazionato nei dintorni degli uffici del partito di opposizione, a Yangon.
 
La “Giornata dei martiri” ricorda l’assassinio di Aung San – padre di Aung San Suu Kyi, nobel per la Pace in carcere da oltre due mesi – e di altri leader della lotta per l’indipendenza del Paese, avvenuto il 19 luglio 1947. Aung San è considerato il padre della patria e l’uomo che ha guidato il Paese nella battaglia contro i colonizzatori inglesi prima e gli invasori giapponesi poi, negli anni della seconda guerra mondiale.
 
Dalla repressione nel sangue – avvenuta nel 1988 – delle manifestazioni per la democrazia e i diritti umani in Myanmar decisa dalla giunta militare, la “Giornata dei martiri” si è trasformata in un terreno di scontro politico fra l’esercito del generale Than Shwe e gli attivisti democratici e i mebri dell’opposizione.
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