Musulmani nepalesi rivendicano i loro diritti nella nuova costituzione
Kathmandu (AsiaNews) - I musulmani nepalesi lanciano una campagna per la difesa e il rispetto dei diritti di tutte le minoranze nella nuova costituzione. Essi minacciano rivolte se la nuova costituzione non rispetterà tali richieste. In vista del termine di presentazione del testo previsto per il 27 maggio, i leader della comunità musulmana hanno inaugurato la National Muslim Alliance (Nmsa). Il gruppo è formato da 31 organizzazioni e vari esponenti della politica. Fra essi figurano anche membri del Partito maoista e del Nepali Congress (partito conservatore). Ieri, i leader del Nmsa hanno consegnato un memorandum all'Assemblea costituente dove denunciano lo stato di emarginazione delle minoranze, compresi cristiani cattolici e protestanti.
Rahamutullah Miya, segretario del Nmsa, sottolinea che "per anni musulmani e cristiani, sono state le minoranze più colpite del Paese. La nuova costituzione deve garantire la nostra identità e i nostri diritti, in nome della laicità dello Stato. Il Nepal non è un Paese confessionale, ma le religioni diverse dall'induismo continuano ad essere perseguitate". "I vari gruppi religiosi - aggiunge - devono unirsi in un'unica forza. Invitiamo tutte le minoranze religiose, compresi i cristiani, a combattere con noi questa battaglia".
Con la caduta della monarchia indù nel 2007 il Nepal è divenuto uno Stato laico. La costituzione provvisoria garantisce la libertà di culto, ma vieta il proselitismo. Tuttavia in questi anni si sono registrati diversi omicidi e attacchi contro le minoranze religiose, di solito per mano di estremisti indù. Nel 2008 alcuni uomini armati del Nepal Defense Army (Nda) uccidono a colpi di pistola p. John Prakah, sacerdote gesuita. Il 26 aprile 2008 l'Nda fa esplodere una bomba all'interno della moschea di Birantnagar, uccidendo due persone. Il 23 maggio 2009, lo stesso gruppo, piazza un ordigno nella cattedrale cattolica dell'Assunzione di Kathmandu. Il bilancio è di due morti e 13 feriti. Agli attacchi dei gruppi terroristi si aggiunge la minaccia delle leggi anticonversione, proposte da alcuni partiti conservatori, che se approvate saranno inserite nel nuovo codice penale al vaglio in parlamento insieme alla costituzione. Le pene prevedono l'arresto e la condanna a cinque anni per chi predica e diffonde materiale religioso che possa offendere la religione indù. Fra gli atti passibili di arresto è compresa la macellazione di bovini vicino alle aree sacre induiste.
Prima di proporre le nuove leggi il governo non ha consultato le minoranze religiose. La Chiesa cattolica nepalese ha appreso la notizia dai media. Per fare pressioni sulle autorità e sensibilizzare l'opinione pubblica, cattolici, protestanti, musulmani e bahai hanno organizzato nel 2011 diverse manifestazioni e consegnato un memorandum alle autorità, chiedendo una revisione delle leggi. In agosto la chiesa cattolica ha tradotto in inglese le bozze del nuovo codice e diffuso su internet gli articoli che violano la libertà religiosa.