Musulmani del sud apprezzano il governo provvisorio e sperano nella pace
Il premier ad interim Surayud ha chiesto scusa per gli sbagli del precedente governo Thaksin, come la strage di Takbai. Leader musulmani lodano le sue parole e si dicono pronti a collaborare per soluzione pacifica alle violenze.
Pattani (AsiaNews) La comunità musulmana del sud della Thailandia apprezza l'impegno e le parole del premier ad interim, che ieri ha chiesto scusa per gli sbagli del precedente governo nel gestire le violenze nella zona. Dopo aver incontrato a Pattani il primo ministro, l'ex generale Surayud Chulanont, il locale leader musulmano Yakob Hraimanee lo ha definito "una persona sincera e un militante coraggioso". "Egli spiega Hraimanee intende realmente risolvere i problemi del sud, inoltre, quando qualcuno chiede scusa, sebbene proviamo un forte dolore nel cuore, da musulmani siamo pronti a perdonare, perché il perdono è l'insegnamento più importate dell'islam".
Nel suo discorso davanti a 1500 persone, tutte testimoni sulla propria pelle delle iniziative del precedente governo Thaksin contro i separatisti islamici, Surayud ha chiesto perdono per due cose: "Prima di tutto, a nome dell'ex governo, mi scuso per avervi fatto del male e in secondo luogo, da parte mia, come capo dell'esercito reale thailandese, responsabile all'epoca delle province del sud, mi scuso per non essere riuscito ad evitare le pene inflittevi soprattutto nel caso di Takbai, dove sono morti molti fratelli e sorelle".
Il 25 ottobre 2004 presso la stazione di polizia di Takbai (provincia meridionale di Narathiwast) una folla di musulmani aveva protestato contro l'arresto di sei persone sospettate di aver armato i ribelli separatisti, che da anni lottano per l'indipendenza del sud. I soldati avevano arrestato alcune decine di persone e le avevano caricate su camion militari: 78 dimostranti sono morti soffocati durante il periodo di custodia dei soldati. Altri sei manifestanti sono morti negli scontri di piazza. L'allora primo ministro Thaksin Shinawatra aveva promesso l'apertura di un'inchiesta governativa per far luce sulla strage, difendendo però l'operato delle truppe "un incidente".
Hraimanee aggiunge, inoltre, che la riattivazione del Centro per lo sviluppo delle province meridionali di confine porterà alla "collaborazione tra tutte le parti in causa: leader religiosi, popolazione e governo, e la situazione evolverà presto verso la pace". "Noi abitanti del sud non vogliamo risolvere la crisi con la forza, come pensavano di fare le precedenti autorità".