Musulmani costringono alla chiusura una chiesa domestica
di Benteng Reges
Nel West Java, residenti e attivisti islamici fanno irruzione nella casa di un cristiano, usata come chiesa. Il proprietario cede alle richieste e blocca le attività religiose. La revisione del Decreto sull’edificazione religiosa non basta a garantire diritto di culto ai cristiani.
Jakarta (AsiaNews) – Una folla di musulmani ha costretto alla chiusura un’altra chiesa domestica nella reggenza di Bandung, provincia indonesiana di West Java. Ieri, 11 febbraio, nel villaggio di Padawulun, un centinaio di persone - tra residenti locali e membri della Divisione anti-apostasia del Forum degli Ulema islamici (FUUI) - ha fatto irruzione nella casa di Tayung, usata settimanalmente come luogo di preghiera dagli aderenti al gruppo Bethel Church (GBI). Alla richiesta di interrompere le attività religiose nella sua abitazione, Tayung non ha potuto fare altro che “accettare”. Al momento dell’irruzione erano preseti anche altri cristiani che partecipavano al servizio domenicale; tutti sono stati costretti a lasciare la casa.
A quanto riferiscono gli organizzatori della violenta manifestazione anti-cristiana, “in passato già erano state inviate rimostranze ai responsabili della GBI sulle attività religiose nella casa di Tayung, ma senza ricevere risposta”. Gli abitanti e alcuni estremisti contestano il fatto che l’abitazione sia stata illegalmente convertita in una chiesa e per di più che questa si trovi nei pressi di una moschea.
“La dura reazione della folla – spiega Omay Komarudin, capo del villaggio – è giustificata, in quanto i nostri avvertimenti non sono mai stati presi in considerazione”. E aggiunge: “Ci siamo decisi ad agire quando la scorsa settimana un membro della GBI è stato trovato ubriaco mentre diceva che nessuno ha il diritto di chiudere la chiesa”. Secondo dati del capo villaggio, a Padawulun sono presenti 220 famiglie, di cui circa 23 sono cristiane; di queste solo 3 fanno parte della GBI.
La zona di Bandung è stata già teatro di simili incidenti. Suryana Nurfatwa, del FUUI, sottolinea che l’iniziativa di ieri non è motivata da un odio per i cristiani: “Siamo favorevoli a tutte le chiese legali, ma la GBI ha trasformato una casa in una chiesa e questo è contro la legge”. Almer, un rappresentante della GBI, ricorda che “il permesso per edificare luogo di culto in Indonesia non è facile da ottenere”.
Dal 2005 si assiste ad un crescendo delle violenze fondamentaliste contro le cosiddette chiese domestiche illegali. Per rispondere al problema il governo centrale un anno fa ha varato l’attesa revisione del Decreto ministeriale del 1969 (SKB No 1/1969), che regola la costruzione di luoghi di culto. Le lunghe procedure e difficoltà per ottenere i permessi ad edificare costringono ancora numerose comunità religiose a praticare la propria fede nell'illegalità.
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