17/05/2010, 00.00
THAILANDIA
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Muore il generale delle “camicie rosse”. Cresce la tensione in altre province

Alle 14 scade un ennesimo ultimatum. Donne e bambini rifugiati in un tempio. Il governo rifiuta la mediazione dell’Onu. Un quarto del Paese sotto lo stato di emergenza. I mercati scendono del 2,5%.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il gen. Khattiya Sawasdipol, figura di spicco delle “camicie rosse” è morto stamane in ospedale. Era stato colpito alla testa il 13 maggio scorso, in corrispondenza con una decisa azione militare per sgomberare le proteste dal centro commerciale della capitale.
 
Dall’inizio delle dimostrazioni nel marzo scorso vi sono stati almeno 65 morti e più di 1600 feriti. La notte scorsa vi sono stati spari nella zona ormai isolata e il governo ha varato un ennesimo ultimatum per sgomberare l’area occupata entro le 14 (ora locale). L’esercito ha pure invitato donne, vecchi e bambini presenti fra i dimostranti a lasciare l’area assicurando loro incolumità e il ritorno alle loro case. Ma la gente ha paura perché la zona è sotto il controllo dei soldati che hanno mandato di sparare. Centinaia di donne e bambini si sono rifugiati in un tempio vicino alle barricate.
 
Ieri i portavoce delle “camicie rosse” hanno domandato un cessate il fuoco e la riapertura dei negoziati purché vi sia la presenza dell’Onu, ma il governo ha rifiutato.
 
Le “camicie rosse”, in maggioranza contadini, operai e bassa borghesia, sostengono il ritorno dell’ex premier Thaksin Shinawatra e accusano il premier Abhisit Vejjajiva di aver preso il potere in modo illegale, spalleggiato dai militari e dall’elite della corte reale.
 
Il governo teme che la rivolta si diffonda anche in altre regioni del Paese. Ieri ha esteso lo stato di emergenza ad altre 5 province. Un quarto del Paese – soprattutto il nord e il nord-est, tradizionali basi elettorali per Thaksin – è sotto controllo militare.
 
Scuole e uffici sono chiusi per due giorni di vacanza – oggi e domani – decretati dal governo. I mercati finanziari  e le banche sono aperti e chiudono un’ora prima, registrando finora un calo del 2,5 per cento.
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