Mumbai 2008: condannato a 35 anni uno dei responsabili, l’India chiede l’estradizione
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - L'India rinnova la sua richiesta di estradizione per David Coleman Headly, terrorista pakistano-americano condannato ieri negli Usa a 35 anni per il suo coinvolgimento negli attentati di Mumbai nel 2008. L'uomo, 52 anni, rischiava la pena di morte, ma i giudici hanno tenuto conto della collaborazione offerta in questi anni, riconoscendolo colpevole di cospirazione e aiuto dei militanti del Lashkar-e-Taiba (Let), responsabili dell'attacco. Per Salman Khurshid, ministro indiano per gli Affari esteri, l'uomo avrebbe dovuto ricevere "una pena più severa", anche se la condanna "è comunque un inizio".
Nato Daood Gilani da padre pakistano e madre americana, nel 2006 il terrorista ha cambiato nome in David Coleman Headley "per presentarsi all'India - ha spiegato il procuratore - come un americano che non era né pakistano, né musulmano".
Gli agenti dell'Fbi hanno arrestato Gilani a Chicago nell'ottobre 2009, mentre tentava di prendere un volo per Philadelphia. In un primo momento l'uomo si è proclamato innocente, ma per evitare la pena di morte e l'estradizione in India ha confessato il suo coinvolgimento e ha collaborato nel processo contro un altro affiliato del Let, l'uomo d'affari pakistano-canadese Tahawwur Rana. L'India ha sempre richiesto la sua estradizione, per poterlo giudicare secondo le leggi indiane
Gilani ha dichiarato di essere entrato nel Let nel 2002, e di aver scelto e studiato i luoghi in cui si è consumato l'attacco il 26 novembre 2008. Quel giorno una serie di attentati hanno colpito alcuni dei punti nevralgici di Mumbai: stazioni ferroviarie, aeroporti locali, ospedali e due fra i più lussuosi alberghi della metropoli, l'Oberoi e il Taj Palace. Gli attacchi fecero 166 vittime e 238 feriti. Ajmal Kasab, unico dei 10 attentatori sopravvissuto all'attacco, è stato giustiziato il 21 novembre 2012.