Movimenti laicali in Asia, dono della Provvidenza nella secolarizzazione
In Asia pullulano gruppi e movimenti per l’evangelizzazione dei ciechi, dei malati di Aids, ecc.. Tutti aiutano alla scoperta di Cristo, senza inibizioni, e sono appassionati alla missione ad gentes. L’impegno a collaborare con vescovi e parrocchie, secondo le indicazioni di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Seoul (AsiaNews) – Il signor Yun Jae Son è un bell’uomo, sui 60 anni. Fino a pochi anni fa era pilota dell’aviazione militare coreana. Ma un incidente lo ha reso cieco da entrambi gli occhi. Accompagnato da un volontario che gli fa anche da traduttore, partecipa anche lui al Congresso dei laici cattolici dell’Asia: il sig. Yun ha infatti fondato un movimento di evangelizzazione per i ciechi. Ad AsiaNews spiega che attualmente vi sono in Corea 1200 membri, tutti ciechi, che pur nel limite della loro disabilità, visitano musei, ascoltano musica, leggono libri, e soprattutto si sostengono nella fede. Grazie alla compagnia che essi fanno, molti colpiti dalla cecità, si sono convertiti al cattolicesimo.
Il movimento non è solo diffuso in Corea, ma si sta dilatando anche in Cina, diffondendo il metodo Braille per la lettura, ma anche la fede cristiana.
Quella del sig. Yun è solo una delle mille esperienze di gruppi e movimenti che pullulano qui a Seoul. Vi sono piccole comunità ecclesiali di base da India e Thailandia; laici missionari da Hong Kong; gruppi per l’emancipazione cristiana delle donne da Pakistan e Sri Lanka…
Tutti sono nati dal tentativo di accogliere e risolvere bisogni dell’umanità asiatica, ma non sono rimasti a livello di volontariato generico e caritativo, divenendo strumenti di evangelizzazione.
Un altro di questi gruppi, la Fondacio, opera fra i giovani filippini e dopo un “training” che dura qualche anno, spedisce questi giovani in missione in Asia: Cina, Laos, Cambogia, Myanmar, dove accolgono malati di Aids, drogati, ragazze tolte dal giro della prostituzione.
A questi nuovi movimenti si affiancano quelli più noti e più tradizionali: Focolari, Legioni di Maria, Cursillos, Comunità di sant’Egidio, Comunione e Liberazione, Fede e Vita, ecc…
È toccato ad prof. Guzman Carriquiry, sottosegretario del Pontificio consiglio per i laici, spiegare all’assemblea (e alla Chiesa) che tutti questi gruppi e movimenti sono una risposta della “Provvidenza di Dio” alla diffusa secolarizzazione. I movimenti e le nuove comunità – ha detto – “sono il grembo di gestazione di nuove generazioni di uomini e di donne che riscoprono, grazie ai loro carismi e metodi educativi, la gratitudine, la gioia, la verità e la bellezza di essere cristiani”.
Un’evidente caratteristica di queste nuove aggregazioni è la carica evangelizzatrice ed universale: in essi si respira “una confessione serena, piena di letizia e di speranza, senza reticenze o problematizzazioni inibitorie, del fatto che Gesù è il Signore”, insieme al desiderio di diffondere la fede ovunque, “mossi da una responsabilità ed impeto missionari ad gentes”.
“La questione più importante – ha aggiunto - che misura il valore cristiano di ogni persona, comunità o istituzione nella Chiesa, è l’impeto della missione ad gentes, per ‘spalancare in Asia le porte a Cristo’, che è il maggiore dono e il supremo servizio che si può recare ai popoli asiatici”.
Per il prof. Carriquiry è proprio lo slancio missionario che può sanare le difficoltà che talvolta si incontrano nel rapporto fra movimenti e parrocchie, gruppi e istituzioni. Seguendo l’insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, egli ha ricordato che è necessario per i movimenti essere innestati nell’istituzione; allo stesso tempo, parrocchie e vescovi, accogliendo i movimenti, allargano la missione della Chiesa negli ambiti territoriali, e non solo nelle strutture parrocchiali.
E ha citato l’esortazione di Benedetto XVI ai movimenti il 3 giugno 2006: “Prendete parte all’edificazione dell’unico corpo! I Pastori staranno attenti a non spegnere lo Spirito (cfr. 1 Ts. 5, 19) e voi non cesserete di portare i vostri doni alla comunità intera. Ancora una volta: lo Spirito Santo soffia dove vuole. Ma la sua volontà è l’unità. Egli ci conduce verso Cristo; nel suo Corpo”. (BC)
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