16/07/2009, 00.00
IRAN
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Moussavi e Rafsanjani insieme alla preghiera del Venerdì

È la prima volta dalle elezioni e dalle manifestazioni terminate con la violenta repressione. La moschea dell'università è il covo dei sostenitori di Ahmadinejad. C’è il timore di provocazioni e di scontri.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Mir Hossein Moussavi e Mehdi Kharroubi, insieme a centinaia di loro sostenitori partecipano domani alla preghiera del venerdì che sarà tenuta da Ahbar Hashemi Rafsanjani, ritenuto il massimo oppositore del presidente Ahmadinejad.

È la prima volta che Rafsanjani viene invitato a prendere la parola in pubblico, dopo le elezioni presidenziali, in cui Ahmadinejad aveva promesso lotta all’impero economico di Rafsanjani. I figli di quest’ultimo hanno anche partecipato alle manifestazioni che chiedevano di cancellare le elezioni “truccate” e alcuni familiari del leader sono stati arrestati, per essere rilasciati poche ore dopo.

È pure la prima volta che Moussavi si fa vedere in pubblico dopo le manifestazioni incitate da lui per esprimere il dissenso verso Khamenei e Ahmadinejad, e terminate con la morte di 20 persone, centinaia di feriti e di prigionieri.

Anche i sostenitori di Moussavi hanno deciso di partecipare alla preghiera che si tiene all’Università di Teheran. Essa è di solito frequentata da migliaia di persone fedeli ad Ahmadinejad.

Dalla stessa tribuna, quasi un mese fa, Khamenei aveva minacciato pesanti conseguenze verso tutti coloro che incitavano a manifestare.

Qualcuno si attende scontri e “provocazioni”. Il direttore del giornale Kayhan, Hossein Shariatmadari, vicino a Khamenei, ha scritto che “secondo fonti attendibili, domani alcune persone vogliono incitare al conflitto… producendo provocazioni”. Altri parlano invece della probabilità che la preghiera di domani sancisca una tregua almeno temporanea fra Rafsanjani e Ahmadinejad.

Lo stesso Moussavi sembra più quieto ed ha annunciato che egli sta cercando le “vie legali” per continuare la sua opposizione.

Le manifestazioni di giugno sono state forse il momenti più critico della trentennale Repubblica islamica, mettendo in luce la sfiducia di parte della popolazione verso la leadership e la divisione all’interno della cupola del potere.

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