26/02/2008, 00.00
LIBANO
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Moussa ripartito da Beirut con in mano un pugno di mosche

di Paul Dakiki
Anche se nessuno lo ammette formalmente, l’iniziativa araba è fallita. La possibilità di farla rivivere legata alle pressioni politiche di Arabia Saudita ed Egitto. Rinviata per la 15ma volta la seduta del parlamento per eleggere il presidente della Repubblica.
Beirut (AsiaNews) – Ė ormai legata ad un filo la possibilità di successo dell’iniziativa araba per risolvere la crisi libanese: ieri Amr Moussa, segretario della Lega araba, ha lasciato Beirut al termine di un secondo incontro con gli esponenti della maggioranza e dell’opposizione che non ha raggiunto il risultato di sbloccare l’elezione del presidente della Repubblica. Il presidente del Parlamento Nabih Berri – capo di Amal, all’opposizione - ha spostato per la 15ma volta – all’11 marzo - la riunione dei deputati che dovrebbe eleggerlo.
 
Prima di partire, Moussa ha detto che si è d’accordo sulla scelta di Michel Suleiman a presidente della Repubblica, ma non sul resto, in particolare sulla composizione del governo di unità nazionale che, secondo il piano della Lega araba, dovrebbe essere nominato dopo l’elezione del presidente. “Ė una questione di numeri”, ha spiegato. A conferma del fallimento della missione, Moussa ha detto “tornerò”, ma non ha indicato quando.
 
La possibilità di far rivivere l’iniziativa araba appare ormai legata solo alle pressioni politiche sulla Siria, legate alla minaccia di boicottare il vertice della Lega in programma a Damasco a fine mese. Già espresse da Egitto ed Arabia Saudita, ieri sono state rilanciate dal Bahrein.
 
Sul fronte interno, sta prendendo piede la discussione sulla possibilità di dar vita ad un governo “tecnico” con il solo scopo di portare il Paese alle elezioni. Una ammissione in tal senso è venuta anche dall’inviato dell’Onu, Geir Pedersen. L’ipotesi appare difficilmente praticabile, visto che solo il presidente della Repubblica può dare il via alla formazione di un governo. Il che riporta alla situazione attuale.
 
D’altro canto, come notava il quotidiano panarabo Al Hayat, Hezbollah ed i suoi sponsor Siria ed Iran pongono come prioritario rispetto a tutto la continuazione della guerra contro Israele. Ciò comporta il rifiuto di un presidente e di un governo che non siano funzionali a ciò. Ugualmente da respingere l’azione del Consiglio di sicurezza, a partire dalla messa in opera del tribunale internazionale che deve giudicare i responsabili degli omicidi politici commessi in Libano negli ultimi anni e che è la vera bestia nera di Damasco, sicuramente coinvolta nel processo.
 
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