Moussa I Daoud, emblema della tradizione cattolica d'Oriente
Città del Vaticano (AsiaNews) - Ignace Moussa I Daoud, 74 anni, è prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, l'organismo vaticano che si occupa delle relazioni con le comunità cattoliche di rito orientale: si tratta di 20 chiese che contano 17,4 milioni in tutto il mondo.
Nato a Meskaneh, in Siria, Daoud ha studiato diritto canonico all'Università Lateranense di Roma. Nel 1977 è diventato vescovo del Cairo per i fedeli di rito siriano: qui si è distinto per la costruzione della Cattedrale dedicata a Nostra Signora del Rosario, e per alcune opere sociali come il policlinico Sittina Mariam.
Nel 1994 è stato eletto arcivescovo di Homs, in Siria, la sua diocesi di origine. Nel 1998 è quindi diventato patriarca di Antiochia dei Siriani.
Nel 2000 Giovanni Paolo II lo ha chiamato a dirigere la Congregazione per le Chiese orientali: una scelta che indicava la volontà del defunto pontefice di dare visibilità alle chiese di rito orientale in comunione con Roma nominando proprio un esponente di una chiesa orientale. In questo modo il papa voleva mostrare la vocazione della chiesa universale di "respirare con due polmoni", cioè la tradizione occidentale e quella orientale, come più volte indicato da Giovanni Paolo II.
Nella sua veste patriarca emerito di Antiochia Moussa I Daoud ha avuto un grande ruolo nella realizzazione dello storico viaggio di Giovanni Paolo II in Siria nel 2001, ma ha anche dovuto subire l'ostracismo della chiesa ortodossa greca che non gli ha permesso di accompagnare il pontefice nella sua visita in Grecia nello stesso anno accusandolo di essere un "uniate", cioè legato a Roma mantenendo il proprio rito orientale.
Il card. Moussa I Daoud parla correntemente arabo, italiano e francese. (LF)