Mosul festeggia la nomina del nuovo arcivescovo, dopo la morte di mons. Rahho
Benedetto XVI ha dato il suo assenso all’elezione del reverendo Emil Shimoun Nona, fatta dal Sinodo dei vescovi della Chiesa Caldea. La diocesi era senza guida dal marzo 2008, in seguito al sequestro e all’uccisione di mons. Rahho. Cattolici a Mosul: “gioia e rinnovata speranza”.
Mosul (AsiaNews) – La diocesi di Mosul, nel nord dell’Iraq, festeggia la nomina a nuovo arcivescovo del reverendo Emil Shimoun Nona. Papa Benedetto XVI ha dato oggi il suo assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei vescovi della Chiesa Caldea. Il sacerdote appartiene al clero eparchiale di Alqosh ed è chiamato a guidare la diocesi, rimasta senza pastore nel marzo 2008 in seguito al sequestro e alla morte di mons. Paul Faraj Rahho. I cattolici di Mosul accolgono la nomina con “gioia e rinnovata speranza”.
Il reverendo Emil Shimoun Nona è nato ad Alqosh il 1° novembre 1967. Nel 1985 è entrato nel Seminario Patriarcale Caldeo ed è stato ordinato sacerdote l’11 gennaio 1991 a Baghdad. Dal 1993 al 1997 è stato vicario parrocchiale ad Alqosh, quindi parroco fino al 2000, quando si è iscritto alla Pontificia Università Lateranense.
Nel 2005 ha conseguito la Laurea in Teologia ed è rientrato in patria svolgendo il ministero pastorale come parroco ad Alqosh. Ad oggi ricopre la carico di Proto-Sincello dell’Arcieparchia di Alqosh ed è professore di Antropologia al Babel College. Egli parla l’arabo, l’italiano, il caldeo e conosce l’inglese.
Fonti cattoliche di AsiaNews a Mosul confermano la “felicità dei fedeli” per il nuovo arcivescovo, fonte di “rinnovata speranza per la diocesi locale”. “Aspettavamo con ansia – commenta – la nomina. Ci auguriamo che prenda il ruolo al più presto possibile, riesca a mettere ordine nella diocesi e sia una voce autorevole per far rispettare i diritti dei cristiani”.
Dal 13 marzo 2008 l’arcidiocesi di Mosul è senza pastore, in seguito alla morte di mons. Rahho mentre si trovava nelle mani dei sequestratori. “In questi mesi – aggiunge la fonte di AsiaNews – sono cambiate molte cose. Il numero dei fedeli è calato, perché moltissimi sono fuggiti. Ai tempi di Saddam, la parrocchia più grande della diocesi aveva un numero di cattolici maggiore di quanti ve ne siano oggi nell’intera diocesi”.
La fonte denuncia il clima di “paura e insicurezza” che ancora oggi si respira a Mosul e la campagna di persecuzione contro le minoranze locali, confermata da un recente rapporto di Human Rights Watch. “I cristiani – conclude – sono coinvolti in una contesa politica che sfocia in continui casi di violenze. A quanti sono rimasti e al nuovo pastore, il compito di lavorare per la ricostruzione della Chiesa e della vita dei fedeli”.(DS)
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