Mosul, stazione di polizia vicino a una chiesa: timori e coraggio dei cristiani
Si teme che i due edifici diventino facile bersaglio di attentati. Nonostante ciò i fedeli continuano ad affollare le messe. Il parroco: celebrazioni di Pasqua mai così affollate come quest'anno.
Mosul (AsiaNews) L'apertura di una stazione di polizia vicino a una chiesa a Mosul è motivo di "grande preoccupazione" per la comunità locale. Quello che in ogni Paese sarebbe garanzia di maggiore sicurezza, in Iraq ha l'effetto contrario. Qui chiese e polizia sono tra gli obiettivi preferiti per attacchi e rappresaglie di ogni natura. A raccontarlo ad AsiaNews è p. Ragheed Ganni, parroco caldeo della chiesa del Santo Spirito, colpita già nell'estate del 2004 da un attentato. "Il mese scorso hanno aperto una stazione di polizia a fianco della mia chiesa. Se da voi questo può essere garanzia di sicurezza, per noi rappresenta un grande pericolo". Il sacerdote parla anche di "una Pasqua di esplosioni e paura", ma che mai come quest'anno ha visto così numerosi fedeli alle celebrazioni.
"A più di quattro mesi dalle storiche elezioni in Iraq - denuncia p. Ganni - viviamo ancora senza un governo. Non c'è sicurezza che possa gestire l'escalation di violenza fatta di quotidiane esplosioni e assassini". "Si insinua sempre più l'idea - continua - che l'essere umano sia la merce meno preziosa, anzi addirittura gratuita". "Il pensiero di questi criminali sembra essere 'uccidine quanti ne vuoi, ce ne sono tanti in Iraq, valgono meno di animali".
Nonostante bombe e minacce, le celebrazioni della Pasqua a Mosul hanno visto una grande partecipazione della comunità. "Il Venerdì Santo - racconta il parroco - la città si è svegliata con una grande esplosione: un'autobomba ha colpito una stazione di polizia uccidendo 6 persone e ferendone decine. Un altro ordigno è esploso su una strada, che porta alla chiesa del Santo Spirito e molto frequentata da civili, esercito e polizia". Nonostante ciò le chiese erano piene di gente, "anche di più dell'anno scorso".
Il sabato non è stato migliore. "Esplosioni ovunque fin dalla prima mattina, ma ci rincuorava il battesimo di 10 bambini. Alle quattro del pomeriggio abbiamo celebrato la Veglia pasquale e la domenica, davanti a oltre 1.500 persone, la messa per la Pasqua".
Il Lunedì dell'Angelo i fedeli che andavano in chiesa hanno ricevuto intimidazioni. Allo stesso p. Ganni è arrivata una telefonata la mattina presto che avvertiva di tre autobomba, che giravano intorno alla chiesa nel tentativo di attaccarla. "Fortunatamente non era vero", ma in ogni caso "non avremmo avuto nessuna autorità a cui rivolgerci per cercare protezione". "A volte abbiamo l'idea che nessuno al mondo possa sentire la voce di innocenti che piangono".