Mosca: chiesto riscatto per i due russi e l’italiano rapiti in Siria
Mosca (AsiaNews/Agenzie) - I rapitori dei due russi e dell'ingegnere italiano Mario Belluomo hanno chiesto un riscatto per la loro liberazione. Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri russo, il 18 dicembre, in una nota sul suo sito internet. Secondo quanto riferito, i rapitori (di cui non si conosce per ora l'appartenenza ad alcun gruppo) hanno chiamato via telefono e "posto il pagamento di un riscatto come condizione per il rilascio dei tre impiegati della compagnia Hmisho & Co".
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha subito assicurato che sono stati intrapresi "tutti i passi necessari, in Siria e in altri Paesi, per ottenere il loro rilascio". Anche il governo italiano ha assicurato di lavorare "per garantire l'incolumità" dell'uomo, 64 anni, ma secondo fonti a Mosca l'eventuale operazione di salvataggio degli ostaggi sarà gestita interamente dai russi.
Secondo quanto riportato dall'ambasciata russa a Damasco, i tre sarebbero stati rapiti da sconosciuti sulla strada da Homs a Tartus, mentre viaggiavano in auto nei giorni scorsi. I due russi si chiamano V. V. Gorolev e Abdessattar Hassoun: il primo era arrivato in Siria all'inizio di ottobre, il secondo ha anche la cittadinanza siriana. Il ministero degli Esteri russo ha ribadito l'invito ai cittadini della Federazione di evitare viaggi in Siria, Paese che "sta vivendo un periodo di acuto conflitto armato interno", mentre fonti militari russe hanno reso noto che il Cremlino ha inviato un gruppo di navi da guerra della Flotta del Baltico e navi di supporto verso la costa siriana per una eventuale evacuazione dei cittadini russi verso il Mar Nero.
A oltre 220 km da Damasco, secondo porto della Siria, Tartus è una sorte di roccaforte russa nel Mediterraneo, unica base navale di Mosca in queste acque. Principale fornitrice di armi al regime siriano, con un giro d'affari di cinque miliardi di dollari, la Russia si basa sul porto di Tartus per le sue consegne.