Mosca conta le possibili perdite del dopo Gheddafi
di Nina Achmatova
Secondo gli esperti, sarà difficile ricostruire un rapporto con le nuove autorità che saranno “molto più filoccidentali di prima”. In ballo contratti miliardari al momento congelati: petrolio, infrastrutture e armamenti.
Mosca (AsiaNews) – Al terzo giorno di battaglia a Tripoli tra forze lealiste e ribelli appoggiati dalla coalizione Nato, mentre appare ancora incerto il destino del Colonnello Gheddafi, in Russia c’è già chi fa i conti delle perdite, economiche e politiche, che Mosca potrebbe subire in seguito a un cambio di regime in Libia.
La Russia è stata tra i più strenui detrattori dell’intervento militare in nord Africa: non ha esercitato il suo diritto di veto sulla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza Onu, ma si è decisa solo dopo lunghe settimane di guerra a schierarsi a favore del Consiglio transitorio nazionale (Cnt). Mikhail Margelov - rappresentante speciale del presidente Dmitri Medvedev per l’Africa - ha fatto sapere che i ribelli hanno garantito il rispetto di tutti i contratti firmati con la Russia.
Ma secondo Vladimir Isayev - ricercatore dell’Istituto di studi orientali (Ran) – è improbabile che le nuove autorità gradiscano l’iniziale opposizione del Cremlino a ogni iniziativa contro l’ex alleato Gheddafi. “Abbiamo alcune domande politiche da porre a Russia, Cina e Brasile” (gli altri Paesi astenutisi dalla votazione all’Onu), ha dichiarato Abdeljalil Mayouf - responsabile delle Comunicazioni della compagnia petrolifera libica Agoco. Prima del conflitto, nel settore energetico in Libia, i russi erano presenti con Gazprom Neft e Tatneft.
Come ricorda il quotidiano economico Vedomosti, le perdite per la Russia si sono fatte sentire anche all’ultimo Salone Aerospaziale internazionale (Maks 2011) svoltosi alle porte di Mosca dal 16 al 21 agosto. Il direttore generale della statale Rosoboronexport, Anatoly Isaikin, ha confermato che le sanzioni Onu contro Tripoli sono costate a Mosca 4 miliardi di dollari. Il contratto da 600 milioni di euro per la fornitura di sistemi anti-missile era stato chiuso solo pochi giorni prima della risoluzione, si lamenta Boris Obnosov, direttore della Tactical Missiles Corporation (Ktrv). Inoltre, è stato congelato anche un contratto per sei aerei addestratori avanzati Yak-130, come ha ricordato Alexey Fedorov, presidente della Irkut Corporation, leader nell’industria aerospaziale russa.
Fermi anche i lavori per i 550 km dell’alta velocità Sirte-Bengasi aggiudicati nel 2008 dalle Ferrovie russe. Il portavoce della compagnia fa sapere che il cantiere sarà avviato dopo la normalizzazione della situazione in Libia.
In un’intervista a Nezavisimaya Gazeta, Semen Bagdasarov - membro del Comitato parlamentare per gli Affari internazionali – nota che a breve la Russia sarà costretta a riconoscere le forze che si installeranno a Tripoli. “La questione - avverte - è come costruiremo le nostre relazioni col nuovo governo; sarà estremamente difficile visto che ora la Libia sarà molto più filo-occidentale di prima”.
Per Kostantin Makienko, esperto del Centro per l'analisi strategica e tecnologica di Mosca, dalla fine di Gheddafi beneficerà più di tutti “la Francia, che finalmente potrebbe esportare il suo costoso caccia Rafale, che ancora non ha ordinazioni”, spiega dalle colonne di Vedomosti.
Della caduta del regime del rais potrebbe risentirne in termini di popolarità interna anche Medvedev. Se sullo scacchiere internazionale l’appoggio agli alleati occidentali ha giovato all’immagine della Russia, sul piano interno - sottolinea l’analista politico, Boris Makarenko - il capo del Cremlino potrebbe subire un calo di consensi: la maggior parte dei russi, secondo alcuni sondaggi, sostiene il Colonnello.
La Russia è stata tra i più strenui detrattori dell’intervento militare in nord Africa: non ha esercitato il suo diritto di veto sulla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza Onu, ma si è decisa solo dopo lunghe settimane di guerra a schierarsi a favore del Consiglio transitorio nazionale (Cnt). Mikhail Margelov - rappresentante speciale del presidente Dmitri Medvedev per l’Africa - ha fatto sapere che i ribelli hanno garantito il rispetto di tutti i contratti firmati con la Russia.
Ma secondo Vladimir Isayev - ricercatore dell’Istituto di studi orientali (Ran) – è improbabile che le nuove autorità gradiscano l’iniziale opposizione del Cremlino a ogni iniziativa contro l’ex alleato Gheddafi. “Abbiamo alcune domande politiche da porre a Russia, Cina e Brasile” (gli altri Paesi astenutisi dalla votazione all’Onu), ha dichiarato Abdeljalil Mayouf - responsabile delle Comunicazioni della compagnia petrolifera libica Agoco. Prima del conflitto, nel settore energetico in Libia, i russi erano presenti con Gazprom Neft e Tatneft.
Come ricorda il quotidiano economico Vedomosti, le perdite per la Russia si sono fatte sentire anche all’ultimo Salone Aerospaziale internazionale (Maks 2011) svoltosi alle porte di Mosca dal 16 al 21 agosto. Il direttore generale della statale Rosoboronexport, Anatoly Isaikin, ha confermato che le sanzioni Onu contro Tripoli sono costate a Mosca 4 miliardi di dollari. Il contratto da 600 milioni di euro per la fornitura di sistemi anti-missile era stato chiuso solo pochi giorni prima della risoluzione, si lamenta Boris Obnosov, direttore della Tactical Missiles Corporation (Ktrv). Inoltre, è stato congelato anche un contratto per sei aerei addestratori avanzati Yak-130, come ha ricordato Alexey Fedorov, presidente della Irkut Corporation, leader nell’industria aerospaziale russa.
Fermi anche i lavori per i 550 km dell’alta velocità Sirte-Bengasi aggiudicati nel 2008 dalle Ferrovie russe. Il portavoce della compagnia fa sapere che il cantiere sarà avviato dopo la normalizzazione della situazione in Libia.
In un’intervista a Nezavisimaya Gazeta, Semen Bagdasarov - membro del Comitato parlamentare per gli Affari internazionali – nota che a breve la Russia sarà costretta a riconoscere le forze che si installeranno a Tripoli. “La questione - avverte - è come costruiremo le nostre relazioni col nuovo governo; sarà estremamente difficile visto che ora la Libia sarà molto più filo-occidentale di prima”.
Per Kostantin Makienko, esperto del Centro per l'analisi strategica e tecnologica di Mosca, dalla fine di Gheddafi beneficerà più di tutti “la Francia, che finalmente potrebbe esportare il suo costoso caccia Rafale, che ancora non ha ordinazioni”, spiega dalle colonne di Vedomosti.
Della caduta del regime del rais potrebbe risentirne in termini di popolarità interna anche Medvedev. Se sullo scacchiere internazionale l’appoggio agli alleati occidentali ha giovato all’immagine della Russia, sul piano interno - sottolinea l’analista politico, Boris Makarenko - il capo del Cremlino potrebbe subire un calo di consensi: la maggior parte dei russi, secondo alcuni sondaggi, sostiene il Colonnello.
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