Mosca avrà 60 nuove chiese e ancora nessuna nuova moschea
I leader musulmani, che ultimamente stanno vivendo momenti di tensione con il potere politico dopo anni di rapporti più che amichevoli, non condannano la decisione del primo cittadino e si dicono convinti che le loro esigenze "verranno prima o poi soddisfatte", come ha fatto sapere il portavoce del Consiglio dei mufti di Russia Goulnour Gaziev. La costruzione di una moschea nella parte sud-est di Mosca è stata sospesa l'anno scorso per le proteste sollevate dagli abitanti del quartiere, preoccupati del disturbo alla quiete pubblica che avrebbe potuto comportare la presenza di un centro religioso islamico. La città conta una comunità di 1,5 milioni di musulmani su 12 milioni di abitanti. Le moschee attive ufficialmente oggi sono quattro. Di recente, il capo dei mufti di Russia, Ravil Gainutdin, ha criticato l'ostracismo della maggioranza ortodossa verso i 20 milioni di fedeli di Maometto presenti nella Federazione, avvertendo che si tratta di un atteggiamento che sta innescando una “bomba a orologeria”.
“Come puoi combattere il radicalismo se parte dei giovani sono costretti a incontrarsi in appartamenti, scantinati e capannoni con imam sospetti?”, ha chiesto Gainutdin in modo provocatorio. Se l’è presa poi anche con i media nazionali e il potere politico, colpevoli di incoraggiare con i loro discorsi l’“islamofobia” già latente nella società russa e di non aiutare la convivenza tra religioni.
Dal canto loro, organizzazioni per i diritti umani e gruppi che si battono per la laicità dello Stato, fanno notare l’inutile sforzo dell’amministrazione comunale nell’accontentare le richieste del Patriarcato: le chiese esistenti sono già mezze vuote, fanno notare, che bisogno c’è di costruirne di nuove?
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