Mosca, vietato pubblicizzare l’aborto senza avvertire le donne dei rischi
di Nina Achmatova
Lo prevede un disegno di legge approvato alla Duma. Il governo continua a combattere contro il calo demografico: ogni anno oltre 1,5 milioni di interruzioni di gravidanza.
Mosca (AsiaNews) – Preoccupata del costante calo demografico che affligge il Paese più grande del mondo, la Duma (la Camera bassa del parlamento) ha approvato un disegno di legge secondo il quale, tutte le pubblicità relative a pratiche di aborto dovranno contenere avvertimenti sui possibili rischi per la salute della donna. La bozza è passata in terza lettura lo scorso 1mo luglio; ora si attende il via libera del Consiglio federativo (il Senato) e poi la firma – praticamente scontata - del presidente Dmitri Medvedev, da sempre paladino dei valori della vita e della famiglia.
Secondo quanto riporta la stampa russa, si tratta di un emendamento alla legge sulla pubblicità, in cui si stabilisce che il 10% dello spazio usato per pubblicizzare l’aborto dovrà informare le donne anche sulle possibili conseguenze negative, come l’infertilità. “La pubblicità per l’aborto non deve contenere affermazioni sulla sicurezza di tali servizi sanitari”, si legge nel testo del disegno di legge, diffuso dalle agenzie stampa. “Queste pubblicità - spiega Viktor Zvagelsky, deputato del partito di maggioranza Russia Unita - fanno credere alle giovani che non avranno problemi nell’interrompere una gravidanza”. E motiva la proposta della nuova legge con la situazione “deprimente” degli aborti in Russia.
La Federazione ha uno dei tassi di aborto più alti del mondo e da tempo gli esperti parlano di “coma demografico”. Stando alle cifre pubblicate dal sito della Duma, nel 2007 le interruzioni di gravidanza sono state 1,5 milioni. L’Unione sovietica è stato il primo Paese nel 1920 a legalizzare l’aborto, bandito di nuovo da Stalin (dal 1936 fino alla sua morte nel 1954) interessato a incentivare le nascite. Allo stesso scopo, il Partito comunista ha poi elargito riconoscimenti e denaro alle coppie più prolifiche, ma subito dopo il crollo dell’Urss il calo demografico è diventato inarrestabile: dal 1992 al 2008 la popolazione è scesa di oltre 12 milioni di individui fino a circa 143 milioni. Le Nazioni Unite prevedono che per il 2050 la Russia perderà un quinto della sua popolazione, arrivando a 116 milioni. Il fenomeno è dovuto a una dieta alimentare povera che provoca problemi di cuore, all’alto tasso di alcolismo tra gli uomini, alla diffusione dell’Hiv/Aids e all’elevato numero di morti violente.
Per combattere quella che Mosca vede come una vera guerra per la sopravvivenza, il governo si appoggia anche alla Chiesa ortodossa che da anni chiede interventi più severi per ridurre il numero di aborti. Secondo dati dell’Università sociale russa, le interruzioni di gravidanza sono annuali sono ben superiori alle cifre ufficiali e si attesterebbero tra tre e quattro milioni.
Secondo quanto riporta la stampa russa, si tratta di un emendamento alla legge sulla pubblicità, in cui si stabilisce che il 10% dello spazio usato per pubblicizzare l’aborto dovrà informare le donne anche sulle possibili conseguenze negative, come l’infertilità. “La pubblicità per l’aborto non deve contenere affermazioni sulla sicurezza di tali servizi sanitari”, si legge nel testo del disegno di legge, diffuso dalle agenzie stampa. “Queste pubblicità - spiega Viktor Zvagelsky, deputato del partito di maggioranza Russia Unita - fanno credere alle giovani che non avranno problemi nell’interrompere una gravidanza”. E motiva la proposta della nuova legge con la situazione “deprimente” degli aborti in Russia.
La Federazione ha uno dei tassi di aborto più alti del mondo e da tempo gli esperti parlano di “coma demografico”. Stando alle cifre pubblicate dal sito della Duma, nel 2007 le interruzioni di gravidanza sono state 1,5 milioni. L’Unione sovietica è stato il primo Paese nel 1920 a legalizzare l’aborto, bandito di nuovo da Stalin (dal 1936 fino alla sua morte nel 1954) interessato a incentivare le nascite. Allo stesso scopo, il Partito comunista ha poi elargito riconoscimenti e denaro alle coppie più prolifiche, ma subito dopo il crollo dell’Urss il calo demografico è diventato inarrestabile: dal 1992 al 2008 la popolazione è scesa di oltre 12 milioni di individui fino a circa 143 milioni. Le Nazioni Unite prevedono che per il 2050 la Russia perderà un quinto della sua popolazione, arrivando a 116 milioni. Il fenomeno è dovuto a una dieta alimentare povera che provoca problemi di cuore, all’alto tasso di alcolismo tra gli uomini, alla diffusione dell’Hiv/Aids e all’elevato numero di morti violente.
Per combattere quella che Mosca vede come una vera guerra per la sopravvivenza, il governo si appoggia anche alla Chiesa ortodossa che da anni chiede interventi più severi per ridurre il numero di aborti. Secondo dati dell’Università sociale russa, le interruzioni di gravidanza sono annuali sono ben superiori alle cifre ufficiali e si attesterebbero tra tre e quattro milioni.
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