Mosca, incontro “costruttivo” fra la chiesa ortodossa e i rappresentanti di Taiwan
Le delegazioni hanno discusso del modo migliore per sviluppare i rapporti fra le organizzazioni pubbliche e sociali di Taiwan e la cura pastorale dei fedeli ortodossi che vivono sull’isola. Secondo alcuni analisti, si tratta di un segnale a Pechino, che non riconosce l’ortodossia fra le religioni ufficiali.
Mosca (AsiaNews) – Un incontro “prolungato e costruttivo” sulla cura pastorale dei fedeli ortodossi a Taiwan e “sullo sviluppo dei rapporti fra questa chiesa e le organizzazioni sociali e gli istituti di ricerca dell’isola”.
E’ questo il “riassunto” dell’incontro che si è svolto lo scorso 4 aprile a Mosca fra il segretario del Dipartimento affari religiosi esteri del Patriarcato russo-ortodosso, l’arciprete Nikolai Balashov, ed il direttore dell’Ufficio di rappresentanza a Mosca di Taiwan, Angela Siu.
Nel corso del loro incontro, che il bollettino della comunità ortodossa cinese definisce “costruttivo”, le due delegazioni hanno discusso del modo migliore per sviluppare i rapporti fra le organizzazioni pubbliche e sociali di Taiwan e la cura pastorale dei fedeli ortodossi che vivono sull’isola, definita dalla Cina “una provincia ribelle”.
Si è persino discusso di una possibile visita a Taipei di una delegazione della chiesa russo-ortodossa, ma non sono stati fissati i particolari dell’incontro.
Secondo alcuni analisti, questo incontro è un segnale alla Cina, che non considera l'ortodossia tra le religioni “riconosciute” in Cina (buddismo, taoismo, cattolicesimo, protestantesimo e islam). La speranza del Patriarcato di Mosca, che regola le attività della piccola comunità ortodossa cinese, è di riuscire ad ottenerlo entro il 2008.
La Chiesa ortodossa in Cina ha avuto piena autonomia dalla Chiesa ortodossa russa nel 1957. Dopo la Rivoluzione culturale del 1966-'67, la vita della comunità ha avuto però un brusco rallentamento. Al momento, secondo i dati forniti dal Dipartimento relazioni con le chiese estere del Patriarcato di Mosca, i fedeli ortodossi in Cina sono circa 13 mila, di cui 400 vivono nella capitale.
La Chiesa ortodossa russa è giunta in Cina da circa 300 anni, ma di essa si sa molto poco. Le prime comunità erano costituite da russi emigrati e risiedevano soprattutto nel nord del Paese. Anche attualmente la maggioranza dei fedeli è di discendenza russa. Essi sono situati in quattro punti del Paese: nell'Heilongjiang, ad Harbin, dove vi è anche una parrocchia dedicata al Manto protettivo della Madre di Dio; nella Mongolia Interna (a Labdarin); nel Xinjiang (a Kulj e Urumqi).
La Rivoluzione Culturale ha però azzerato la presenza di vescovi e preti. Ancora oggi i fedeli non hanno alcun sacerdote, e la domenica si radunano solo saltuariamente per pregare. Vi sono però 13 studenti cinesi ortodossi che studiano all'Accademia teologica Sretenskaya di Mosca e all'Accademia di S. Pietroburgo.
L'ultimo prete ortodosso cinese, Alexander Du Lifu, 80 anni, è morto nel 2003, a Pechino. Secondo informazioni del Patriarcato di Mosca, p. Du "dava direzione spirituale privatamente", non avendo alcuna chiesa. Talvolta gli era concesso di celebrare la Liturgia nell'ambasciata russa a Pechino. Per i suoi funerali, il patriarcato di Mosca ha ottenuto il permesso di utilizzare la cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione (la Nantang).
Vedi anche
Recapitata la lettera greca che riconosce l'autocefalia di Kiev
31/10/2019 10:41
31/10/2019 10:41
Il Patriarcato di Mosca penalizza i vescovi greci filo-ucraini
22/10/2019 09:15
22/10/2019 09:15