Mosca, decine di migliaia in Difesa della fede insieme a Kirill
Mosca (AsiaNews) - Migliaia di persone hanno partecipato ieri in Russia, alla Giornata in difesa della fede, indetta dal Patriarcato di Mosca per "proteggere la Chiesa dagli attacchi delle forze anti-russe", come ha denunciato lo stesso Patriarca Kirill, al centro di una serie di scandali mediatici che ne stanno compromettendo l'immagine.
Almeno 40mila persone sono arrivate per la preghiera guidata dal patriarca alla cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Proprio la stessa chiesa, dove il gruppo delle Pussy Riot a fine febbraio, ha intonato la sua "preghiera punk", inno in cui si condannavano le strette relazioni tra il Patriarcato e il neoeletto presidente Vladimir Putin. Il gesto è costato a tre ragazze della band la detenzione preventiva con l'accusa di "teppismo". La vicenda ha sollevato un'accesa polemica sul ruolo della Chiesa nella politica e ha esposto Kirill a dure critiche. "Siamo sotto attacco di forza anti-russe", ha detto il capo della Chiesa russo-ortodossa davanti alla folla di sacerdoti e fedeli. "Il pericolo è nel fatto che la blasfemia e la derisione del sacro sono presentate come un'espressione legittima della libertà umana, che deve essere protetta nella società moderna", ha aggiunto.
Le critiche a Kirill su media e internet, sono iniziata a piovere numerose dopo il suo aperto appoggio alla terza candidatura di Vladimir Putin al Cremlino. Il leader religioso aveva definito i 12 anni del politico ed ex agente del Kgb alla guida della Russia come "un miracolo di Dio", mentre poco dopo si è scagliato con forza contro le Pussy Riot, chiedendo una punizione esemplare. Lo scorso 20 aprile, il tribunale di Mosca ha ordinato che le tre ragazze, detenute da marzo, restino dietro le sbarre almeno fino al 24 giugno, per consentire agli inquirenti di completare le indagini. Di fatto una detenzione senza processo, notano gli attivisti per i diritti umani, i quali ricordano che le tre donne rischiano fino a sette anni di carcere.
Stando a molti fedeli, la "preghiera punk" non è stato altro che l'inizio di una serie di "atti vandalici" contro la Chiesa ortodossa. Alcune vicende che hanno portato alla luce, sui media russi, la vita di lussi e privilegi di Kirill hanno spinto il Patriarcato a indire la Giornata di preghiera. "Il motivo di questa ostilità - secondo Anastasia Pavlukhova, studentessa di teologia a Pyatigorsk - è che ora la Chiesa appoggia lo Stato in modo più esplicito e così la attaccano per colpire indirettamente le autorità". Il 6 marzo, come ricorda l'agenzia Reuters, un uomo si è scagliato con un'ascia contro delle icone a Veliky Ustyug, nord-est di Mosca. Due settimane dopo, un aggressore con coltello ha dissacrato l'altare e aggredito un prete nella chiesa di Nevynnomyssk, nel sud-est del Paese.
"Sono venuta qui, perché c'è il rischio che la Russia torni al suo passato senza Dio", ha spiegato Olga Golubeva, 54 anni, avvocato, che ha partecipato alla processione e alla preghiera di ieri guidata da Kirill. Secondo il Patriarcato i partecipanti sono stati 50mila, 65mila per il ministero dell'Interno, e 40mila per la stampa internazionale. Altri eventi simili con migliaia di persone si sono svolti a Yaroslav, San Pietrorburgo e Krasnodar.
"La Chiesa ha bisogno di questo genere di manifestazioni per dimostrare che ha più sostenitori che detrattori - spiega Alexei Makarkin, analista del Centro per le tecnologie politiche a Mosca - ma anche per consolidare l'appoggio di fedeli e clero". "All'interno della Chiesa stessa - aggiunge - le opinioni sono divise su cosa sia stato peggio: la performance delle Pussy Riot o la reazione del Patriarcato, lo scandalo o la richiesta di una punizione per le ragazze".
07/01/2013
18/05/2017 13:02