Morto, forse avvelenato, il lama che ha riconosciuto il Panchen Lama
Chadrel Jampa Trinley Rinpoche, l’abate che ha presieduto la Commissione incaricata di riconoscere l’11esimo Panchen Lama, è morto agli arresti domiciliari dopo 11 anni di detenzione. Fonti di AsiaNews parlano di veleno. L’anno scorso era morto il segretario della Commissione.
Lhasa (AsiaNews) – Chadrel Jampa Trinley Rinpoche, l’abate che ha presieduto la Commissione incaricata di riconoscere l’11esimo Panchen Lama, sarebbe morto a causa di un veleno versatogli da ufficiali del regime cinese che lo controllano sin dal 1995. Il religioso, inviato dal Dalai Lama in Tibet, riconobbe nel piccolo Gedhun Choekyi Nyima la rinascita del Panchen, la seconda carica spirituale per importanza del buddismo tibetano. Arrestato, venne condannato a 6 anni di lavori forzati e a 3 di prigione: scaduta la condanna venne chiuso in casa, condannato di fatto ai domiciliari.
Una fonte di AsiaNews conferma la notizia: “Si teme che sia morto. Alcuni dicono che è stato avvelenato nella sua casa di Shigatse, dove era rinchiuso da anni”. Anche il governo tibetano in esilio fa filtrare la notizia: sarebbero in possesso di una registrazione audio, inviata da una loro fonte a Lhasa, che conferma la morte dell’abate e ventila l’ipotesi di un avvelenamento.
Il 17 maggio del 1995, Chadrel Jampa Trinley Rinpoche e Jangpa Chung-la vennero arrestatati all’aeroporto di Chengdu. I due erano rispettivamente presidente e segretario della Commissione per la ricerca della reincarnazione del Panchen Lama, la seconda carica spirituale più importante del buddismo tibetano. I due vennero accusato di “mettere in pericolo la sicurezza statale” e di “divulgare i segreti nazionali”. Furono condannati nel 1997, dopo due anni di lavori forzati, a 6 e 4 anni di galera. Chung-la è morto nel novembre del 2010: malato da tempo, non ha ricevuto le cure mediche necessarie mentre era anche lui agli arresti domiciliari.
Il Panchen Lama ha il compito, dopo la morte del Dalai Lama, di riconoscerne la nuova rinascita. L’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ha riconosciuto come Panchen Lama il giovane Gedhun Choekyi Nyima il 14 maggio 1995 proprio grazie al lavoro dei due lama, da lui inviati nella ricerca: pochi giorni dopo la polizia ha rapito il bambino di 6 anni e la sua famiglia, da allora scomparsi.
Nel novembre 1995 la Cina ha “scelto” Gyaltsen Norbu come “vero” Panchen Lama, adducendo l’utilizzo di rituali religiosi “più autentici” di quelli del Dalai Lama, per attuare uno stretto controllo sulla pratica religiosa nella regione. Lo scorso anno Norbu ha fatto ingresso anche nella vita politica nazionale, partecipando ai lavori della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, organismo che affianca l’Assemblea nazionale del popolo.
Una fonte di AsiaNews conferma la notizia: “Si teme che sia morto. Alcuni dicono che è stato avvelenato nella sua casa di Shigatse, dove era rinchiuso da anni”. Anche il governo tibetano in esilio fa filtrare la notizia: sarebbero in possesso di una registrazione audio, inviata da una loro fonte a Lhasa, che conferma la morte dell’abate e ventila l’ipotesi di un avvelenamento.
Il 17 maggio del 1995, Chadrel Jampa Trinley Rinpoche e Jangpa Chung-la vennero arrestatati all’aeroporto di Chengdu. I due erano rispettivamente presidente e segretario della Commissione per la ricerca della reincarnazione del Panchen Lama, la seconda carica spirituale più importante del buddismo tibetano. I due vennero accusato di “mettere in pericolo la sicurezza statale” e di “divulgare i segreti nazionali”. Furono condannati nel 1997, dopo due anni di lavori forzati, a 6 e 4 anni di galera. Chung-la è morto nel novembre del 2010: malato da tempo, non ha ricevuto le cure mediche necessarie mentre era anche lui agli arresti domiciliari.
Il Panchen Lama ha il compito, dopo la morte del Dalai Lama, di riconoscerne la nuova rinascita. L’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ha riconosciuto come Panchen Lama il giovane Gedhun Choekyi Nyima il 14 maggio 1995 proprio grazie al lavoro dei due lama, da lui inviati nella ricerca: pochi giorni dopo la polizia ha rapito il bambino di 6 anni e la sua famiglia, da allora scomparsi.
Nel novembre 1995 la Cina ha “scelto” Gyaltsen Norbu come “vero” Panchen Lama, adducendo l’utilizzo di rituali religiosi “più autentici” di quelli del Dalai Lama, per attuare uno stretto controllo sulla pratica religiosa nella regione. Lo scorso anno Norbu ha fatto ingresso anche nella vita politica nazionale, partecipando ai lavori della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, organismo che affianca l’Assemblea nazionale del popolo.
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