Morte di Arafat: Francia apre indagine per omicidio con polonio-210
Ramallah (AsiaNews) - La magistratura francese ha aperto un'inchiesta per omicidio sulla morte del leader palestinese Yasser Arafat, avvenuta nel 2004. La decisione segue una denuncia fatta a luglio dalla vedova, Suha Arafat, sostenendo che il marito è stato assassinato tramite un avvelenamento da polonio-210. Ad occuparsi delle nuove indagini saranno giudici istruttori nominati dalla procura di Nanterre, responsabile di quanto avvenuto nella vicina Clamart, dove ha sede l'ospedale militare in cui venne ricoverato - ed è in seguito deceduto - Arafat. L'accusa di omicidio è formulata contro ignoti.
Secondo le sue cartelle cliniche - rese note solo un anno dopo dal New York Times -, Arafat sarebbe morto di infarto emorragico, provocato da un disturbo della coagulazione. Il leader ha dominato la scena politica palestinese per 40 anni. Egli si è battuto - con mezzi pacifici e violenti - perché il mondo ascoltasse il grido dei palestinesi, portando i diritti del suo popolo davanti alla ribalta internazionale, fallendo però l'obiettivo della sua vita: la creazione di uno Stato palestinese.
La tesi dell'omicidio - sempre sostenuta dalla famiglia Arafat - è tornata di prepotenza sulla scena nel luglio scorso, dopo la scoperta di un gruppo di scienziati svizzeri dell'Institute of Radiation Physics (Ira) dell'università di Losanna, che hanno trovato tracce dell'elemento radioattivo su alcuni effetti personali del leader palestinese, conservati dalla vedova.
La scorsa settimana, l'istituto ha ricevuto il permesso della vedova Arafat e dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) di recarsi a Ramallah per analizzare i resti del corpo del leader, sepolto in un mausoleo della città. Già a luglio, l'Anp aveva dato il suo consenso per la riesumazione della salma. Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha chiesto l'aiuto del presidente francese Francois Hollande nelle indagini.
Il polonio-210 è un elemento altamente tossico e radioattivo, presente in basse dosi nei cibi e creato in modo naturale dal corpo umano (sempre in minime quantità). L'esposizione da contatto non comporta rischi, ma può diventare mortale se ingerito in dosi massicce.
Contattato da AsiaNews, Samir Qumsieh, giornalista e direttore della televisione cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme afferma: "Questo caso è un mistero ancora tutto da svelare. Che Arafat sia stato avvelenato è certo, non si è trattato di una morte normale. Tutti sono convinti di questo, e ci meravigliamo sul perché l'Anp non abbia aperto un'inchiesta a riguardo prima".
Tra i palestinesi, spiega Qumsieh, l'opinione comune "è che vi è stata una cospirazione. Chi sia il primo e unico beneficiario è cristallino: il governo israeliano. Ma crediamo che [Israele] abbia agito con la complicità di qualche palestinese, probabilmente della cerchia ristretta di Arafat". Per il giornalista insomma "che lui sia stato ucciso è chiaro. Ma chi è stato l'autore materiale? Questa è la grande domanda, e temo che nessuna indagine ormai potrà darvi risposta".