Monte Kumgang: Pyongyang espelle i sud-coreani dal complesso turistico
Dal 3 maggio rimarranno solo 16 dei 100 lavoratori del Sud impiegati nel centro turistico. Esso si trova in territorio nord-coreano, al confine fra i due Paesi. Cresce la tensione fra le due Coree, dopo l’affondamento della corvetta Cheonan.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Pyongyang ha ordinato l’espulsione della maggior parte dei lavoratori sud-coreani rimasti nel complesso turistico inter-coreano del monte Kumgang, nei pressi del confine. La notizia è stata confermata oggi da fonti ufficiali di Seoul ed è un segnale ulteriore della crescente tensione fra le due Coree.
In Corea del Sud, infatti, montano i sospetti circa un coinvolgimento del Nord nell’affondamento della Cheonan, corvetta sudcoreana colata a picco il 26 marzo scorso nelle acque del Mar Giallo facendo 46 vittime. Esso sarebbe l’attacco più grave dalla fine della guerra di Corea, del 1950-53.
Il regime di Pyongyang ha annunciato che, a partire dal 3 maggio, rimarranno solo 16 dei 100 lavoratori sud-coreani o cinesi di origine coreana, ad oggi impiegati nel complesso turistico del monte Kumgang, in territorio nord-coreano. La sua apertura nel 1998 è stata accolta come simbolo della cooperazione fra i due Paesi, ancora formalmente in guerra fra loro. L’uccisione di una turista sud-coreana, avvenuta l’11 luglio 2008, colpita da un proiettile sparato da un soldato del Nord, ha portato alla chiusura del centro.
Il Ministro sud-coreano per l’unificazione, citando fonti ufficiali nord-coreane, riferisce che “i 16 rimarranno per scopi di comunicazione e la loro nazionalità non è importante”.
Il complesso del monte Kumgang ha garantito decine di milioni di dollari all’anno alle casse della Corea del Nord. Pyongyang ha denunciato perdite “considerevoli” dalla chiusura del complesso. Circa due milioni di sud-coreani hanno visitato l’area – simbolo della “pacificazione” fra i due Paesi – prima della sospensione dei viaggi. Per il suo sviluppo, Seoul ha investito circa 374 milioni di dollari.
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