Mons. Yeung: Grati per i due vescovi a Roma, ma vi sono altri che non possono. Card. Zen: Due emissari del governo persecutore ed ateo
Il vescovo di Hong Kong ricorda che molti vescovi della Cina popolare “non possono avere sempre contatti con il Santo Padre, e non possono averli perfino con vescovi di altre diocesi”. Ma per mons. Yeung, l’accordo sino-vaticano è un passo in avanti nel cammino di comunione fra la Chiesa di Cina e la Chiesa universale. Il card. Zen ai due vescovi: “Non siate sfacciati. Tornate a casa!”.
Hong Kong (AsiaNews) – Mons. Michael Yeung Ming-cheung, vescovo di Hong Kong, è pieno di gratitudine perché due vescovi della Cina possono attendere al Sinodo dei giovani, in Vaticano da ieri fino al 28 ottobre. Allo stesso tempo, egli fa notare ad AsiaNews: “Tutti sappiamo che per molte ragioni, i vescovi della Cina popolare non possono avere sempre contatti con il Santo Padre, e non possono averli perfino con vescovi di altre diocesi. È un ostacolo al loro ministero pastorale”.
Mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yanan e mons. Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde, sono i primi due vescovi della Repubblica popolare cinese che riescono a partecipare a un Sinodo ecclesiale.
Dal 1965, quando Paolo VI ha stabilito il sistema del Sinodo, il Vaticano aveva invitato alcuni vescovi dalla Cina nel 1998 e nel 2005, ma senza successo perché il governo di Pechino non ha loro dato il permesso di uscire dal Paese.
I due vescovi che questa volta hanno ricevuto il permesso da Pechino sono due alti funzionari. Mons. Yang è il vicepresidente del Consiglio dei vescovi cinesi, un organismo non riconosciuto dalla Santa Sede (perché mancante della presenza dei vescovi sotterranei); mons. Guo è il segretario generale del Consiglio e anche rappresentante all’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese a cui di norma partecipano i membri del Partito comunista. Mons. Guo è uno dei sette vescovi scomunicati, riconciliati con il papa dopo l’accordo sino-vaticano.
Ieri, alla messa di apertura del Sinodo, papa Francesco li ha salutati emozionandosi durante l’omelia. “Oggi, per la prima volta – ha detto – sono qui con noi anche due confratelli vescovi dalla Cina Continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: la comunione dell’intero episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza”.
Per mons. Yeung, l’accordo fra Cina e Vaticano per le nomine dei vescovi segna un passo in avanti nel cammino di comunione fra la Chiesa di Cina e la Chiesa universale. “Sebbene il contenuto dell’accordo non sia stato pubblicato, nella lettera ai cattolici della Cina, papa Francesco ha detto con chiarezza che ‘ l’incontro… [può] essere autentico e fecondo solo se avviene attraverso la pratica del dialogo’”.
“Oggi – ha continuato mons. Yeung – la Chiesa di Cina incontra, conosce e lavora insieme alla Chiesa universale. Spero che essi possano, mano nella mano, stabilire un futuro pieno di armonia”.
Non mancano però le critiche alla presenza dei due vescovi a Roma. Il card. Joseph Zen Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong, ha pubblicato sul suo blog in cinese una critica molto aspra, chiedendo ai due vescovi cinesi: “Non siate sfacciati. Tornate a casa!”. E ieri, in italiano, il cardinale ha scritto: “Voce dalla periferia. La presenza dei due emissari del governo persecutore ed ateo. È un insulto ai buoni vescovi in Cina e al Sinodo dei vescovi cattolici!”.
(Foto: Reuters)
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